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ROMANZO RUSSO, di Alessandro Barbero (Sellerio)
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Unione Sovietica era Gorbaciov, fine anni 80, da una parte c’è una studentessa che sta cercando di realizzare una tesi su un argomento fino a qualche anno prima tabù, dall’altra uno scrittore alle prese con un romanzo sullo sterminio degli ebrei di Odessa, e ancora un giudice che cerca di mantenere salda la propria dignità durante la risoluzione delle situazioni più disparate. Tre storie diverse, apparentemente parallele ma che spesso si intrecciano, sullo sfondo di una potenza in fase di declino.
Alessandro Barbero, grande storico e fine narratore, ci presenta uno straordinario romanzo che attinge alla tradizione della letteratura russa senza rinunciare alla propria identità, un affresco terribilmente concreto della realtà sovietica al suo tramonto, con vecchi tabù difficilmente abbandonati, un KGB sempre presente e una giustizia controversa. Un romanzo storico con alcuni elementi da spy story, avvincente e allo stesso tempo da centellinare per non perdere i dettagli che si trovano in ogni singolo passaggio, un’opera che, dopo 18 anni dalla sua prima pubblicazione, continua ad affascinare e a mostrarci, come riporta il sottotitolo, i “futuri supplizi”.
Recensione di Enrico Spinelli
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