ROUTE 66. Appunti disordinati di viaggio. 5.000 km in moto da solo: un viaggio fuori e dentro me Leonardo Marabini

ROUTE 66. Appunti disordinati di viaggio. 5.000 km in moto da solo: un viaggio fuori e dentro me, di Leonardo Marabini

Scusate “Cambiare l’acqua ai fiori” e “Leoni di Sicilia”, con permesso.
Non è che potete stare sempre in prima linea a copertine spiegate, come ruote di pavoni egoici, vestite in fascette vanitose che gridano alle enne mila copie vendute, per fortuna di talenti in giro per il mondo ce ne sono, anche se ancora non ben posizionati sotto i riflettori, basterà con il tempo correggere solo un po’ il tiro e il faro di luce mirerà a loro.

 

Route 66 Marabini
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Uno di questi, prendete nota per favore, è Leonardo Marabini.
Vabbè, prima di tutto è un esperto di marketing e grazie a lui ho scoperto che “peer to peer” non è una via di mezzo tra la pera kaiser e la williams.
Secondo tutto scrive.
E porca miseria, lo sa fare benissimo.
Sapete sì, qual è la prova del nove da effettuare se una persona ha capacità narrative degne di nota?
Semplicemente si inizia a leggerla e se gli occhi scorrono fluidi tra le righe, se viaggiano senza interruzioni evitando pit stop fastidiosi, ecco, allora significa che il contenuto è efficace, integro, coerente, godibile, entusiasmante.
E Leonardo riesce a prendere per mano chiunque lo legga portandolo con sé nelle sue riflessioni, spaccati di vita, ironia, sensibilità, avventure e disavventure.

Due anni fa decide di pubblicare su Facebook il suo viaggio estivo: direzione Stati Uniti, Route 66.
Condivide i suoi post in cui racconta passo, passo tutte le tappe di uno dei viaggi più kerouchiani esistenti sulla terra.
Moto “in spalla” attraversa la lingua d’asfalto più famosa al mondo, lunga da Chicago a Santa Monica.
Ed io e i suoi follower siamo tutti d’accordo: ci ha istruiti, coinvolti, divertiti.

La sua penna è così vibrante da avere effetti sensoriali.
Quando viaggia lungo i tratti di strada deserta, tra scie di polvere, intervallate da rovi leggeri che rotolano annoiati lungo gli spazi che sembrano senza confini, stazioncine di servizio lente e silenziose dove l’unico movimento dinamico te lo regalano le mosche, ronzandoti intorno pigre. L’odore dolciastro di ciambelle grasse e oleose, e il caffè extra allungato, servito nelle onnipresenti mug giganti.

Ecco, mentre si legge si riesce anche a sentire tutto questo: odori, atmosfere, sapori quasi.
In quei momenti sei tutto stelle e strisce ma con un condimento italianamente poetico, scanzonato, ironico che, ragazzi miei, mi sono proprio divertita.
Ma davvero tanto.

Ora quel reportage è diventato un libro che vi consiglio assolutamente di leggere.
Ogni pagina è una partenza e un arresto. Incontri, scoperte, riflessioni, introspezioni, battute intelligenti, sarcasmo delicato e mai fuori posto.
Il tutto arricchito da immagini e informazioni utili nel miglior stile Lonely Planet.

Recensione di Deborah Papisca

ROUTE 66. Appunti disordinati di viaggio. 5.000 km in moto da solo: un viaggio fuori e dentro me Leonardo Marabini

 

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