RUMORE BIANCO, di Don DeLillo (Einaudi -gennaio 2023)
Bianco Rumore è un libro sul postmodernismo, sulla morte anche, sulla. confusione che regna apparente nelle vite nostre di consumatori seriali consumatori seriali con pulsivi servizi alla persona dell’età contemporanea.
Sembra tutto tranquillo in una tipica cittadina di questo capolavoro, quando si rannuvola una nuvola di tossicità seriale che. introduce fin dall’introduzione (ma più tardi, nella seconda sezione) l’alone della morte o la sua preoccupazione. Quasi priva di azione.
L’andamento è lento e disarticolato e i dialoghi superano il reale, dunque surreali. C’è astrazione, per aspera arrivando ad astra, nelle interazioni personali scarnificate e ridotte a frammenti di incubo come pandemico, già da tutti vissuto, ormai, infatti. Molta reclame di oggetti che sono la colonna portante e sonora (bianca) del nostro vivere di consuma-attori.
Lo sperimentalismo di un testo del genere, capolavoro americano, sembra sperimentare ossessivamente oltre la soglia domestica, elettricamente. È un mondo bianco di elettrodomestici ma anche di elettroshock quello di Padre De Lillo. Scioccamente nelle questioni che solleva o argina o introduce (ma non fin dall’introduzione).
Il suono costante white Blanco crea disorientamento, distopia, disarmamento quasi nucleare dinnanzi al dialogato discontinuo e sembra scolle-gato. Il Bios Blanc è un reBus che ogni lettore dovrà risolvere, pena la capitolazione. Anche del pro-tagonista.
Indubbiamente è un testo di enorme valore. Amato anche da Wallace Foster. Io l’ho apprezzato, devo però riprendermi dal suo segmentismo postmoderno disperato erotico stomp. Perché tra le sue maglie un intelletto non solido come il mio può annoiarsi e perdersi. Consigliamo.
RUMORE BIANCO ☆ Don De Lillo
Recensione di Marcello Ferrara Corbari
RUMORE BIANCO Don DeLillo
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