SALMO XXIV Lucia Serracca

Salmo XXIV Lucia Serraca

SALMO XXIV, di Lucia Serracca (Le Mezzelane Casa Editrice – dicembre 2020)

Ho letto questo romanzo tutto d’un fiato e, arrivata alla fine, ho avuto le due classiche sensazioni di quando un libro lascia il segno: il dispiacere di averlo già terminato, abbandonando così i personaggi che mi hanno accompagnato in questa avventura, e l’impressione di aver quasi visto un film. “Salmo XXIV” è un thriller che affonda la sua trama nella storia e tiene in scacco il lettore fino alla fine.

 

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Stefano Montani, giornalista e critico musicale, un matrimonio fallito alle spalle, arriva a Venezia per presenziare ai concerti e alle manifestazioni del Carnevale. L’ambiente musicale è in fermento: sarà eseguita per la prima volta un’opera sconosciuta del maestro Vincenzo Sebastiano Antelami, il “Salmo XXIV”, ritrovato da poco tra antiche carte a Oxford da un musicologo di fama.

Dall’amico Enrico Daci, direttore di una rinomata Bottega di restauro, Montani viene a conoscenza del ritrovamento di un ritratto assai danneggiato, affidato alle cure e alle mani sapienti di Chiara Sabelli. Il personaggio dipinto sembra essere proprio l’autore del “Salmo XXIV”. Ma chi è Antelami, fuggito a Londra nel 1667, accusato di stregoneria dalla Santa Inquisizione? Su di lui esistono solo pochissime notizie storiche e una credenza popolare che lo vuole profondo conoscitore di segreti arcani. Difficile pensare che il contemporaneo ritrovamento dello spartito e del ritratto sia una coincidenza.

Parallelamente al restauro del dipinto, sul quale compaiono scritte che sembrano indicare un misterioso percorso, Stefano e Chiara tentano di ricostruire la biografia del musicista. Vengono così coinvolti nella ricerca di un “terribile lascito” nascosto in una sua composizione andata perduta, condotta in segreto da risorti Ordini esoterici creduti scomparsi. E mentre una enigmatica ragazza dai capelli rossi sembra indicare segni lasciati attraverso il tempo, in un susseguirsi di colpi di scena e morti per cause apparentemente naturali, ricostruiscono gli ultimi anni di Antelami e scoprono un’incredibile verità.

Tra i pregi di “Salmo XXIV”, oltre a una perfetta costruzione dell’intreccio, mai prevedibile, c’è senza dubbio lo stile dell’autrice, che trascina dentro il racconto con descrizioni essenziali, dinamiche, quasi cinematografiche, tanto che si riesce a “vedere” tutto quanto ci viene raccontato. Atmosfere, colori, odori, una Venezia nebbiosa, spesso notturna, trasportano il lettore al fianco dei protagonisti, che seguono indizi da decifrare nel campo dell’arte, della musica, dell’alchimia e della storia della scienza. Non ci si stanca di percorrere, nella lettura, calli e canali animati dai festeggiamenti del Carnevale, dove però si nascondono segreti, misteri, piani criminali.

Già le prime pagine, che descrivono la fuga notturna di Antelami, braccato dagli armigeri della Santa Inquisizione, ci proiettano nell’atmosfera inquietante del racconto: non si sa, infatti, e lo si scoprirà solo quasi alla fine, di cosa è stato accusato. La scrittura elegante, talvolta ricercata, rende omaggio alla splendida ambientazione del romanzo e fa intuire la ricerca storica che sta alla base del racconto, eppure si legge in un soffio, senza riuscire a staccarsi dalle pagine.

Bellissimo.

Recensione di Maria Poli

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