Ve lo dico subito, secondo me questo è un bellissimo libro, che fa tenerezza e rabbia, commuove e fa sorridere. Mi è piaciuto tanto!
Il protagonista è un vecchio malandato che non ricorda più il suo nome, a cui la figlia sottrae la pensione e i nipoti, e che il paese chiama Giuda. Vive in un appartamento disastrato con un gatto dispettoso e un vecchio televisore Mivar sintonizzato sempre e solo su Pippo Baudo, unica difesa contro il fantasma del padre che lo terrorizza.
Ma un giorno il televisore si rompe e la vita di Giuda, già complicata, inizia ad andare a rotoli. È un animo semplice, spesso si appanna, ma in fondo ragiona bene e questo sarà la sua rovina. O invece la sua rinascita?
È scritto in un dialetto strano, misto tra pugliese e campano, eppure si legge meravigliosamente.
Ci sono tanti libri belli, profondi, originali, anche più di questo, ma quando si incontra un libro con l’anima non lo si dimentica.
Recensione di Elena Gerla
SANGUE DI GIUDA Graziano Gala
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