SANPA Fabio Cantelli Anibaldi

L’ho comprato qualche giorno fa e lo stavo sistemando in libreria in attesa di leggerlo ma poi l’ho aperto ed ho letto la prefazione in cui viene spiegato che era già stato edito anni fa senza grande riscontro e solo dopo la serie su Netflix ha avuto il suo secondo rilancio. Un libro che non parla sempre e solo dei temi canonici del “come hai iniziato”, ” in che comunità sei stato” e “come ne sei uscito”, altrimenti eravamo di fronte al solito doppione.

È decisamente più profondo e si sofferma dal punto di vista antropologico e filosofico sui meccanismi individuali e sociali che portano ai comportamenti della tossicomania e della tossicodipendenza (che precisa più volte l’autore nn sono la stessa cosa). Altro spunto interessante è l’atteggiamento maturo e consapevole dello scrittore che non critica a livello personale la comunità di San Patrignano e V. Muccioli, anzi fino alla fine del libro, si pone sempre con gratitudine rispetto a ciò che negli anni ha ricevuto per la propria riabilitazione. Sarebbe stato facile dire solo ciò che nn ha funzionato viste le critiche e le vicissitudini che hanno interessato la Comunità.

Ha invece, e qui l’ho ritenuto molto utile, descritto l’evoluzione dei comportamenti sociali da piccola struttura in cui il rapporto umano era prevalente fino alla struttura di tipo aziendale divenuta poi negli anni in cui si è visto l’impianto relazionale di tipo prevalentemente professionale. Si era passati da una grande famiglia ad una grande azienda.

L’aspetto non toccato è la testimonianza corale dell’esperienza, si percepisce in tutto il libro che siamo di fronte al racconto di un singolo e non all’osservazione sociale di gruppi e di una comunità ma forse è stato pensato e voluto così. Come sempre penso che il riscontro dopo una lettura sia di tipo personale e quindi le riflessioni sono e rimangono le mie. Penso che valga la pena leggerlo.

Recensione di Maria Balena