SCOMPARSA, di Joyce Carol Oates
Scomparsa è un libro a più voci, che parla di confusione e che delinea una ricerca, quella di un’identità. Cressida cerca, come viene cercata: cerca pace, cerca consolazione ed accoglienza, cerca una se stessa abbastanza clemente da accettarsi ed amarsi così com’è, ma Cressida com’è? Scomparsa. Nascosta ma inesistente, in fondo. Con la sua scomparsa Cressida fa vivere a tutti ciò che è dentro di lei, una ricerca dolorosa e senza soluzione, una fragilità profonda in cui si dipende necessariamente da ciò che accade all’esterno, fa provare a tutti la sua impotenza.
La Oates ci porta di nuovo nei suoi mirabili cambi di registro, nella sua capacità di variare tempi e velocità, ma anche profondità. I personaggi ruotano trasfigurati attorno ad un evento reale che è anche simbolico, si perdono, mutano, nella speranza di ritrovarsi.
Nel cammino vengono affrontate le tematiche relative al sistema carcerario e alla pena di morte, ma anche la guerra in Iraq e la condizione dei veterani, con una penna che svela molto, in modo discreto, quasi in modo incidentale. Un libro che potrebbe sembrare meno intenso rispetto ad altri della scrittrice, perché sembra non trascinare il lettore in fondo all’abisso, ma a ben vedere anche il lettore viene catapultato nella dimensione emotiva narcisistica di Cressida, una realtà bidimensionale in cui esistono solo i si ed i no e da cui emerge a tratti insieme a tutti gli altri personaggi.
Consigliato!
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