SCRITTORI AL VELENO, di Nicola Lecca (Mondadori – gennaio 2024)
Villa Solitudine, Centro internazionale a tutela della poesia e della letteratura arroccato in cima alla più alta scogliera di Manarola, nelle Cinque Terre è il teatro di una vera tragedia: 4 scrittori sono rimasti uccisi, avvelenati da un risotto ai funghi, e l’unica sospettata del delitto è Antonina Pistuddi, scrittrice cinquantenne con un passato glorioso che lo ha cucinato senza poi mangiarlo.
A cercare di fare luce sulla faccenda è la giornalista Doris Coleman che ospita Antonina nella sua trasmissione televisiva per la BBC: nel corso dell’intervista, che occupa gran parte del romanzo, emergeranno vari dettagli suo giorni di convivenza dei 5 scrittori e verità più o meno scomode sulla dimensione artistica delle 4 vittime, molto amate sui Social ma, a quanto pare, di ben altro spessore nella realtà.
Nicola Lecca, con la sua consueta prosa fresca e studiata al millimetro-dove ogni parola è la più adatta e dove non c’è una frase di troppo o in difetto- ci presenta una sorta di giallo pirandelliano, dove non si sa dove finisca la realtà e quale sia la vera identità delle persone e dove ognuno possiede la sua verità. Allo stesso tempo però il nostro ci offre anche un interessante spunto di riflessione sul mondo dell’editoria, spesso fatta di opere da vetrina- principalmente Social- e di tendenza, a discapito della narrativa di qualità.
I personaggi protagonisti di quest’opera rappresentano metaforicamente le figure di riferimento della nostra società odierna, tra belli dannati, escort ripulite in politica, scrittori in oscuramento e via dicendo. Non meno efficace il terreno dove si consuma la ricerca della verità, non un’aula di tribunale né una stazione di polizia, ma una trasmissione televisiva, a ricordarci ancora una volta che i processi mediatici arrivano prima che la Giustizia vera possa pronunciarsi. Davvero un bellissimo romanzo che appassiona, coinvolge (grazie anche alle mirabili descrizioni di un Paradiso come le Cinque Terre)…. e fa molto riflettere.
Recensione di Enrico Spinelli
IL TRENO DI CRISTALLO Nicola Lecca
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