Scrivere una biografia: perché si scrive una biografia, con quale scopo?

Scrivere una biografia: perché si scrive una biografia, con quale scopo?

Quante volte abbiamo visto sugli scaffali di una libreria una biografia o anche una auto-biografia?  Di frequente possiamo incontrare questo tipo di narrazione letteraria in quanto tipica di quel pensiero celebrativo che caratterizza ogni narratore di biografie; perché si scrive una biografia, con quale scopo? Questo articolo vuole chiarire questi interrogativi. Una biografia, stando all’etimo della parola, bio-grafia, è una scrittura della vita di qualcuno, una vita che non è semplicemente esistenza, ma un esistere con il succedersi di eventi significativi, o anche un’esistenza piatta e priva di particolare carattere narrativo, non degna di una scrittura biografica. Una biografia, quindi, deve avere accento e attenzione per gli eventi significativi di una persona. Si può iniziare scrivendo ad esempio il luogo dei natali, il luogo di nascita, successivamente specificare l’anno e l’ora di nascita, ad esempio: “Maria Grazie Elmi, nata a Ferrara, ebbe i suoi natali nella casa paterna, alle ore 17 e 45 del primo settembre del 1936”. Dopo aver specificato questi particolari possiamo procedere alla stesura della vita successiva a quella della nascita. In genere si scrive la biografia di personaggi famosi, vite straordinarie, persone con carisma, che hanno lasciato le orme del loro operato e che magari hanno anche cambiato la storia. Successivamente alla data e ora di nascita inseriamo come è stata l’infanzia se fatta di eventi particolari, se vi sono state particolari predilezioni del soggetto descritto, se già erano in nuce durante quel periodo doti particolari. Si parla spesso di bambini prodigio che mostrano già in tenera età anticipazioni di un’anima creativa fuori dal comune. L’infanzia può essere descritta ad esempio spiegando come il bambino o la bambina trascorrono il tempo, quali letture fanno, quali giochi preferiscono, magari un futuro medico di successo sarà un appassionato del famoso gioco dell’allegro chirurgo oppure un futuro architetto di successo preferirà trascorrere del tempo giocando con i mattoncini; si può scrivere allora: “Alberto Riccardi, ingegnere famoso per la costruzione del ponte Morandini, trascorreva tutto il tempo letteralmente sdraiato sul tappeto della sua stanza, progettando e ideando grandi imprese, un palazzo per uomini d’affari, una nave grandiosa, e tutto ciò era altro che un esempio tangibile del suo grande genio che si espresse nell’età matura quando realizzò le sue imprese più importanti, i progetti più importanti, come il ponte Morandini oppure il centro commerciale di Ostia”. Difficile, inoltre, narrare senza stravolgere del tutto gli eventi, oppure guardarli con un filtro interpretativo che sia troppo di parte. Continuiamo con la biografia, passiamo alla fase dell’adolescenza. Qui, essendo un periodo di transizione in cui non si è grandi, ma non si è più dei bambini, le doti speciali che il soggetto all’attenzione del biografo ha possono trasformarsi in uno spirito ribelle o uno spirito libero. Quante volte si leggono biografie (anche su internet, su enciclopedie digitali) in cui un uomo di successo ha trascorso un’adolescenza tumultuosa, fatta di alti e bassi. Magari a limite del delinquenziale. Il compito del narratore di biografie bravo è quello di rintracciare quello che poi sarebbe diventato dopo, il soggetto in questione. Per questo motivo ogni dettaglio, ogni avvenimento è essenziale. L’adolescenza, come epoca della ribellione, può essere fondamentale per capire se un’artista ha stravolto con le sue concezioni sui generis le credenze di un determinato periodo, se ha introdotto un nuovo modo di pensare, se è stato un ragazzino prodigio nel senso di uno sguardo lungimirante verso nuovi orizzonti di pensiero. La maturità è il luogo biografico in cui solitamente si raccolgono gli eventi di successo di un soggetto descritto. Ad esempio: “Antonio Rocchi, così facendo realizzò i suoi migliori dolci durante quel periodo e divenne il migliore pasticcere di Ravenna, le sue torte, i suoi pasticci lo resero famoso in tutta la Romagna, vinse molti premi, tra cui quello per il migliore tiramisù della città ecc…”. Infine la vecchiaia, il momento in cui si fa poco e anzi si ripensa a quello che si è fatto in vita, e se è stata una vita avventurosa, il biografo ha molto da imparare intervistando il soggetto in questione. Buona scrittura

 

Di Giovanni Sacchitelli, autore e gestore del sito Dire Aesthetica – A thing of beauty is a joy forever (Endymion, J. Keats).

 

 

 

 

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