Se il resto del mondo ha Kafka, noi abbiamo Dino Buzzati. E non ci manca niente. Anzi

Se il resto del mondo ha Kafka, noi abbiamo Dino Buzzati. E non ci manca niente. Anzi.

LA BOUTIQUE DEL MISTERO, di Dino Buzzati

Leggere Buzzati è come prendere la voce dello scrittore praghese e tuffarla nella variegata salsa dell’italianità. I temi restano gli stessi ed anche il tono che sottende è simile, ma la scrittura si arricchisce di sfumature nostrane, di accenti ora ironici ora colloquiali, di paesaggi prealpini, paesi e città peninsulari, di piccoli ma incisivi spaccati di realtà sociale, di ricchezza quasi mozartiana di arie e di situazioni da commedia dell’arte.

Buzzati ha una sensibilità finissima e occhio acuto nel raccontare le proprie storie. Colpisce nei suoi testi il contrasto tra l’asciuttezza dello stile, sempre sorvegliato, sempre condotto secondo una logica ferrea anche se imperscrutabile, e la vivacità della fantasia, il gioco fresco di invenzioni narrative a getto continuo.

Simbolista allo stato puro ma non soltanto, Buzz ha il dono di azzeccare il tono e il taglio per così dire registico di ogni racconto, variando gli elementi del suo affabulare secondo molteplici prospettive.

Il risultato è una serie di micromondi narrativi tutti diversi e tutti simili, quasi sempre accattivanti.

◇ Infine, una considerazione da boomer: cerco di non essere un nostalgico patetico ma attraversando questo libro ho più volte pensato a come si scriveva bene fino a trenta/quaranta anni fa. Con che cura, con che nitore.

Certo, magari certe espressioni erano un po’ ingessate (forse) rappresentando lo specchio di una società ancora un po’ bigotta dove si respirava poco e ci si annoiava molto, però dietro la scrittura anche la più colloquiale si percepiva uno spessore culturale che oggi mi sembra mancare in molti testi.

Chi leggeva narrativa, leggeva pagine di una certa caratura, volente o nolente, e questo sicuramente aveva un peso, se la Letteratura svolge un qualche ruolo nella vita oltre la pagina.

Poi certamente ci sarà stata narrativa di poco valore, però (non so) era comunque figliastra di un certo modo alto di governare la pagina che oggi è ormai quasi un ricordo. Come l’uso del Lei o la buona educazione di salutare i vicini di pianerottolo.

LA BOUTIQUE DEL MISTERO ☆ DINO BUZZATI

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