SEMIOTICA NOTTURNA il viaggio poetico di Cristina Eléni Kontoglou

“Semiotica notturna”, il viaggio poetico di Cristina Eléni Kontoglou (peQuod Editore – agosto 2024)

 

 

 «Sottolineami senza scrivermi a margine parole non mie, ricerca di senso in una sintassi distopica voglio esautorare significati, esacerbare aprire parentesi quadre di intenzioni. Ora mi segui: cercami in una stasi di implicazioni e premesse [prometto conoscenza di me stessa], non ricerco connotati sulla mia anima didascaliche estrapolazioni manutenzioni di forma, la mia espressione muta attinge da una riva di sassi neri, lucida vocaboli deterge retoriche parziali, lascia una scia di vocaboli apolidi. Note nomadi boicottate in fondo alle pagine»: Cristina Eléni Kontoglou presenta la silloge poetica “Semiotica notturna”, in cui viene messo in scena un percorso di trasformazione legato ai processi alchemici, alla modificazione della materia che, prima corrompendosi (fase della Nigredo) e poi essendo soggetta a purificazione (fase dell’Albedo), si trasforma in un’altra entità legata profondamente alla sua essenza (fase della Rubedo).

La poetessa instaura delle affascinanti connessioni tra il corpo umano e le superfici di una metropoli postmoderna, e in ragione di questo straniante legame ha prodotto liriche ricche di simbolismi in cui la carnalità assume connotati artificiali e la città, a sua volta, si anima e pulsa di vita. I due elementi, in apparenza così lontani, si influenzano e si compenetrano: diventano un organismo che si avvicina al concetto di transumano.

 

 

Entrambi vengono cantati nel loro ritorno a una forma ancestrale; le loro anime vengono svelate, le loro verità rivelate. La materia, che si tratti di corpi umani o di sostanze inerti, in queste poesie trascende il suo significato manifesto per far immergere il lettore nella sua trama nascosta, la sola che conta se si è alla ricerca del nucleo essenziale. Attraverso le tre sezioni in cui è divisa l’opera – Materia, Sublimazione e Trasmutazione – si affronta un viaggio poetico e alchemico dal nero, al bianco, al rosso, che ha come meta l’evoluzione dello spirito.

Cristina Eléni Kontoglou dipinge atmosfere rarefatte, in accordo con il suo desiderio di comunicare con l’inconscio; in versi taglienti e affilati, o altre volte morbidi e sognanti, si partecipa di visioni e allucinazioni che lasciano segni profondi, che confondono e allo stesso tempo guidano verso quei territori in cui è possibile riscoprirsi, in cui si possono creare nuove congiunzioni  – «Non voglio il rispetto intoccabile della memoria da gratificare, ma un altare insaziabile da soddisfare ogni giorno dedicato all’oblio su cui sacrificare i ricordi delle strade dissestate […] Voglio sedimentare nello strato essenziale, restare sulla superficie della china e della pelle: da qui è possibile lo scambio per osmosi tra il niente e il tutto».

Recensione di Vanessa Mantori

 

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