SENZA NOME, di Wilkie Collins
Ho letto di seguito tre libri di W. Collins: La donna in bianco, poi La pietra di luna e adesso Senza nome.
Volevo avere un’idea più precisa su questo scrittore, collaboratore e amico di Charles Dickens, che dopo il primo libro mi aveva incuriosita.
E in effetti prima La pietra di luna e poi Senza nome hanno confermato la mia prima impressione.
Si tratta di libri che raccontano storie ambientate verso la metà dell’ottocento, e che quindi scontano sicuramente un po’ il peso degli anni.
Però hanno ritmo, sono intriganti, l’intreccio è sapientemente costruito e regge bene la lunghezza dei testi. In Senza nome Collins ci racconta le vicende di due sorelle appartenenti ad una felice e agiata famiglia del West Somersetshine che si trovano da un giorno all’altro senza più niente: niente più famiglia, niente più casa, niente più soldi, ma soprattutto niente più nome.
Il libro è il racconto di due modi opposti di reagire alle sventure; il dolore composto e rassegnato della sorella maggiore, e il desiderio di rivalsa della sorella minore, che, per quanto comprensibile, arriva a sfiorare la follia.
Succede di tutto, davvero! Magari anche troppo, in realtà, però non ti annoi e devi per forza sapere come va a finire.
E un libro che ti regala qualche giorno di gradevole compagnia penso che sia un’ottima cosa, con buona pace della letteratura “impegnata”.
Recensione di Elena Gerla
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