SERENATA SENZA NOME Maurizio De Giovanni

SERENATA SENZA NOME, di Maurizio De Giovanni (Einaudi)

 

 

Appena finite le ultime trenta pagine di “Serenata senza nome” di Maurizio de Giovanni. L’indagine che il commissario Ricciardi si trova a condurre questa volta vede intrecciarsi la storia di Vinnie Sannino, emigrato in America sedici anni prima e diventato un pugile di fama mondiale, e quella della famiglia Ierace. Ricciardi e il fido brigadiere Maione devono ricostruire cosa è accaduto a Costantino Ierace, trovato morto a causa dei colpi terribili ricevuti mentre andava al porto una mattina presto, a concludere un affare importante che avrebbe eliminato la concorrenza della sua attività come commerciante di tessuti. Poche ore prima dell’omicidio, Sannino aveva minacciato di morte Ierace, colpevole di aver sposato Cettina, che da ragazza era la fidanzatina di Vinnie. Lui l’aveva lasciata per cercare fortuna in America, per poi riuscire a regalarle una vita migliore insieme a lui.

 

 

La soluzione del caso sembra servita su un piatto d’argento, d’altronde persino il Regime spinge perché il pugile, che ormai ha abbandonato il ring e non viene più salutato come esempio di forza e mascolinità, venga condannato per l’omicidio di Ierace. Ma Ricciardi non è così certo della colpevolezza di Sannino, e alla fine imbocca la strada giusta, che lo porterà ad una soluzione inaspettata e quantomeno dolorosa.

 

 

Scritto magistralmente, con una trama molto particolare intervallata in modo brillante dalle vicende private di Ricciardi e di Maione (alle prese con una promessa importante fatta a Bambinella, che in questo volume è un po’ in disparte, ma alla fine emergerà come una piccola perla preziosa), il romanzo scorre piacevolmente pagina dopo pagina, affascinandoci come una bellissima serenata e riportandoci nella Napoli degli anni Trenta, quando una “voce ‘e notte” sapeva incantare con la sua poesia fin sugli scogli davanti al mare. De Giovanni mi ha rapita ancora una volta, e mi ha saputo portare con lui in un viaggio unico e affascinante

 

Recensione di Eleonora Saia

 

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