SETTE GIORNI PERFETTI, di Rosie Walsh
Di questo romanzo mi sono piaciute le descrizioni dei paesaggi, qualche passaggio umoristico e i ringraziamenti finali, il resto è melassa, un continuo addolcire lo zucchero filato con lo zucchero a velo: esageratamente sdegnoso!
Non so che dirvi. Una trama forzata da ridicoli colpi di scena.
Non comprendo come sia possibile divulgare un romanzo così stupido,a tratti adolescenziale e così…inglese!
Potere dell’editoria britannica, credo.
Non c’è altra spiegazione.
Nessuna differenza narrativa fra le parole della frescona Sarah e del patetico Eddie: tutte e due i personaggi sembrano emettere gli stessi suoni dal “gelato al cioccolato, dolce e un po’ salato”.
I personaggi che girano attorno ai due piccioncini sono le solite marchette, viste e riviste.
Una storia d’amore, un triller, un romanzo psicologico? Non l’ho capito!
Perché se si tratta di una storia di passioni è peggio di un romanzo rosa, se è un triller è mal riuscito, se è psicologico rasenta la noia. Per non parlare del finale: la caria ai denti!
Da salvare la scrittura fluida e articolata dalla buona conoscenza dei luoghi e della natura. Per il resto non so se ridere o piangere.
Io non lo consiglio. Ci sono tanti romanzi di scrittori italiani esordienti che lasciano, dopo la lettura, qualcosa dentro, questo il nulla (pura esercitazione).
Poi fate voi
“Sei la persona più straordinaria che abbia mai conosciuto, scrivo. E l’ho capito dal primo giorno. Ti sei addormentata e ho pensato: voglio sposare questa donna.
Ti amo, Sarah, scrivo. Forse sto piangendo”
Recensione di Patrizia Zara
Commenta per primo