SETTE MINUTI DOPO LA MEZZANOTTE, di Patrick Ness, Siobhan Dowd.
Conor ha 13 anni, e un incubo. Un incubo fatto di buio, urla, vortici, voragini e mani che scivolano. Un incubo terrificante, che lo sveglia di notte in un bagno di sudore. E così Conor si sorprende molto quando sette minuti dopo la mezzanotte, preciso, il Mostro si presenta a lui. Si sorprende e non ha paura, perché il Mostro non è quello del suo incubo: e’ un grande tasso vivente e ha delle storie da raccontare, al termine delle quali pretende da Conor un’altra storia. La sua. Quella vera.
Ma la storia di Conor e’ dolorosa. La storia di Conor parla di una mamma ammalata, di un grande disagio, di una rabbia incontenibile, di una stanchezza sfinente. E, soprattutto, di una immensa paura.
Questa storia, Patrick Ness ce la mette addosso e ci obbliga a viverla.
Questo è un libro che fa paura, perché ci mette onestamente davanti al dolore. E’ struggente, e’ straziante. Buio, profondo, abissale. E’ un libro che tuttavia non si riesce a smettere di leggere, nonostante le difficoltà che crea. E’ una lettura che avvolge, che ci trascina giù, nella nostra consapevolezza, e non si fa dimenticare più. Un libro che scava, che guarda negli occhi la nostra impotenza, e ci fa pace.
Perché solo la verità ci può salvare.
“Le storie sono creature selvagge e indomite. Quando le liberi, chi può sapere quali sconvolgimenti ti potranno compiere?”
Recensione di Benedetta Iussig
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