SETTEMBRE NERO Sandro Veronesi

SETTEMBRE NERO, di Sandro Veronesi (La nave di Teseo – ottobre 2024)

Ho letto l’ultimo romanzo di Veronesi “Settembre nero” e mi chiedo: può un libro riuscire a scovare storie e farmi ritrovare voci nella misura esatta di come le ho vissute io?

Dunque, Gigio Ballanti, protagonista sessantenne, ricorda l’estate del 1972 quando aveva dodici anni (io invece ne avevo ventidue). Siamo in Versilia, al tempo del delitto Lavorini, alle Olimpiadi di Monaco, con i terroristi palestinesi del gruppo “Settembre nero”. La storia si muove tra la Gazzetta dello Sport e Harry Belafonte, l’idolo della madre di Astel, la ragazzina di cui si innamora Gigio. Poi ci sono gli scacchi, La Juventus di Platini, Cat Stevens, la medaglia d’oro vinta da Klaus Dibiasi, Mark Spitz, l’odore speciale di quell’estate. I genitori di Gigio, il papà avvocato, la mamma etiope, bellissima, oggetto di desiderio di tutta la spiaggia, la sorellina dai capelli rossi e lo zio anarchico Giotti. Si capisce che sta per succedere qualcosa. Succederà, sicuramente. Il filtro delle voci che attanaglia, le attese, i tormenti che preannunciano il destino.

 

 

 

Il racconto, visto dagli occhi di un bambino di dodici anni, che spia ed ascolta i genitori dietro la porta della camera da letto, fa crescere l’angoscia. Fino a quando capita il fattaccio. La vita reale viene esposta dalla cronaca di quel periodo: gli atleti israeliani di settembre nero ed i terroristi moriranno tutti. Veronesi mette in scena un incastro perfetto. Alla fine della storia Gigio spiegherà come il senso di colpa l’abbia protetto, anzi salvato. “Quando tutti in famiglia fingevamo avrei potuto cambiare le cose per come sono andate.” Ecco la psicanalisi freudiana ed il lavoro intellettuale che ne consegue. Bellissimo libro. Una storia d’amore pura raccontata con l’animo di un bambino dove il pop, senza tanti rossetti e ceroni, riesce ancora a farsi ascoltare e piacere.

 

Recensione di Angelo Orsingher

 

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