Si aggiudica il Premio Scerbanenco 2024 Orso Tosco con L’ULTIMO PINGUINO DELLE LANGHE (Rizzoli – febbraio 2024)
“Anche i lunedì speciali, quelli capaci di cambiare il corso di un’intera esistenza, iniziano come un giorno qualsiasi.”
È l’incipit de L’ultimo pinguino delle Langhe, ultimo romanzo in ordine di uscita di Orso Tosco, scrittore del Ponente Ligure molto legato alla sua terra alla quale ritorna saltuariamente in questo romanzo, per mezzo del suo personaggio, protagonista di questo noir ambientato nelle colline del basso Piemonte.
“Al pinguino non piacciono quelli che hanno paura dei cani. Secondo lui sono come gli astemi, gente che ha qualcosa da nascondere, che ha paura delle proprie azioni.”
Ma cosa ci fa un pinguino nelle Langhe? È questa la domanda che sorge spontanea leggendo il titolo che cappeggia in copertina. E la risposta arriva subito addentrandosi nelle pagine di questo noir al vino rosso: “pinguino” non è altro che il soprannome dato dalla gente del luogo al commissario di origine ligure catapultato da un po’ di tempo dalle loro parti, a seguito di un provvedimento punitivo mascherato da una improbabile promozione sul campo, per non aver taciuto su fatti di cui alcuni suoi colleghi si sarebbero macchiati.
Mandato quindi in una zona all’apparenza tranquilla in condizione di non nuocere, una delle tante province opulente del Nord Italia laborioso e incline alla riservatezza, dove nulla accade, fino a quando qualcosa arriva a sconvolgere la normale routine di un luogo in apparenza normale.
E sarà un omicidio seguito da altri a scombinare la vita anche troppo tranquilla di questo commissario accompagnato dalla “sua Gilda gildina che bacia costantemente tutto e tutti, dorata come una pagnotta” un cane bassotto che lo segue dappertutto durante le sue indagini.
La trama è costruita con un crescendo di tensione nella perfetta tradizione del romanzo noir e che fino alle ultime pagine non fornisce elementi univoci per chiarire l’intreccio costituito nel corso del racconto.
Un bel viaggio fra quelle colline ammantate dai filari delle vigne che producono vini importanti, fra i più corposi della variegata produzione italiana, che sanno dare sapore e corpo alle pietanze che il pinguino consuma alla rovescia, per una curiosa consuetudine, partendo dalla panna cotta, rigorosamente senza cioccolato, per risalire a ritroso nel menù passando per la zuppa di castagne con la toma di pecore felici, il brasato al Barolo, per terminare con gli agnolotti, il tutto annaffiato con una bella Barbera che sa di legna e mirtilli. Un viaggio che fa assaporare i gusti e le contraddizioni di un territorio che, in fin dei conti, cela al suo interno più di un mistero.
Scritto con stile scorrevole e accattivante, questo noir avvolge il lettore nel clima del non detto, in una zona oscura in cui molti dei personaggi che qui si muovono, celano lati inquietanti e inconfessabili.
Una lettura avvincente nella quale fa capolino una vena di ironia che a tratti alleggerisce una narrazione che sotto traccia, rivela quanto di terrificante si nasconda sotto il tappeto delle apparenze.
L’autore:
Orso Tosco è nato a Ospedaletti nel 1982. Scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato racconti, romanzi e poesie. Tra i suoi libri ricordiamo London Vodoo (Minimum fax) e Nanga Parabat. L’ossessione e la montagna nuda (66THAND2ND 2023). Collabora con L’Officina del Podcast. Vive nel Far West ligure.
Recensione di Roberto Maestri
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