SIGNORINETTE, di Wanda Bontà (Mursia)
Riordinando una scatola superstite del trasloco della casa di mia mamma fatto anni fa, ho ritrovato questo libro della mia infanzia.
Ho ripreso a rileggerlo e all’improvviso mi sono ritrovata nella mia cameretta all’età di 9-10 anni, quando ogni minuto libero cercavo di trascorrerlo leggendo (le cose non sono cambiate molto crescendo…).
Lo stile ed il linguaggio superato, la storia traboccante di buoni sentimenti ed il tono un po’ moralistico oggi risultano quasi ridicoli, ma rileggere questi romanzi a me fa bene al cuore.
Farò una breve descrizione e recensione, ma ciò su cui mi piacerebbe soffermarmi è capire insieme a voi se e quanto i libri che più abbiamo amato nella nostra infanzia e adolescenza possano in un qualche modo aver contribuito a farci diventare le persone che siamo.
Le protagoniste sono tre sedicenni: Renata, bella, sfrontata e di famiglia benestante, Iris, delicata e sognatrice a cui le amiche ricorrono per consigli di buon senso, e Paola, insicura a causa della sua grassezza in un mondo dove il body-shaming non si sapeva lontanamente cosa fosse.
La loro vita ruota intorno alle vicende scolastiche, il rapporto con i genitori, i primi amori con punte divertenti ed altre più malinconiche. In fondo l’adolescenza non cambia anche in epoche diverse, ma sicuramente le vicende delle tre amiche, confrontate con la realtà odierna, non possono che far sorridere.
Non credo sia un libro apprezzabile da chi abbia meno di 55-60 anni, perché è veramente “vecchiotto”, ma, come dicevo, letto da bambina e rileggendolo oggi, mi ha fatto riflettere.
Se non mi fossi “imbottita” di Piccole donne e affini sarei stata in momenti della mia vita così ingenua, così fiduciosa, così convinta che i buoni sentimenti contino più di qualsiasi altra cosa nella vita?
La mia parte sognatrice avrebbe avuto così il sopravvento nel mio quotidiano?
La sensibilità della maggior parte delle protagoniste di questi romanzi di formazione per bambine e ragazze sarebbe diventata anche una mia caratteristica che a volte ha permesso ad altri con le loro parole e gesti di farmi sentire più ferita di quanto obiettivamente sensato?
O ero io comunque già così e questo mi ha portato a dare maggior rilievo a questi aspetti di questi romanzi?
Una nota forse un po’ cinica per concludere: ma il nome dell’autrice sarà stato vero o quel Bontà era stato scelto ad hoc?
E comunque se lo trovaste non regalatelo alle bambine di oggi: temo che potrebbero togliervi il saluto… o forse no?
Di Clara Carelli
SIGNORINETTE Wanda Bontà
Commenta per primo