SILENZIO Le sette vite di Diana Karenne Melania G. Mazzucco

SILENZIO Le sette vite di Diana Karenne, di Melania G. Mazzucco (Einaudi – novembre 2024)

 

 

Va bene, ho appena finito di leggerlo e dovrei, per me stesso, farne un commento a caldo.

Come iniziare?

Nel libro ci sono tante cose…

Le sette vite di Diana Karenne ti accoglie, per chi non si occupa di cinema e di storia dell’arte, con un sorprendente viaggio nel mondo del Cinema Muto di inizio 1900 (1915) che affascina e rapisce l’immaginazione del lettore portandolo in viaggio antico in un mondo fatto di cultura, soldi e successo personale per le dive del tempo.

È anche una storia di liberazione femminile e di affermazione in un’Italia che di lì a poco avrebbe visto la prima guerra mondiale e poi il fascismo.

E Diana Karenne attraverserà, nonostante una grave storia personale, questo tempo della sua vita ( forse la seconda vita) al galoppo in sella al successo e dominando tutti gli eventi che le ruotano attorno, compresi i sospetti ( Diana Karenne è Russa -Ucraina) di spionaggio, per via del fascismo e della Russia Sovietica, che mai la lasceranno.

C’è tutta la difficoltà di muoversi in un mondo fatto di politica e servizi segreti e la nostra eroina riesce a farlo benissimo.

L’abilità di Melania G. Mazzucco sta anche nel fatto di sapere raccontare la vicenda umana di Karenne ( in effetti si tratta di una biografia ben documentata) senza mai uscire chiarire quanto di reale e storico propone al lettore e quanto di puramente narrativo – creativo scrive.

In questo senso, nel progredire delle pagine ( più di 600) i tratti della vita di Diana Karenne, che nel frattempo cambia nome e attitudini, facendosi prima regista e produttrice di cinema, poi musicista e cantante, poi intellettuale e mecenate con importanti disponibilità economiche, si fanno sempre più rarefatti.

Più passa il tempo della sua vita, più si allontana dalla sua straordinaria bellezza, più invecchia, più si allontana dagli interessi terreni, più si fa eterea.

E alla fine è quasi diventata un fantasma che tuttavia muore realmente, ormai sconfitta nella sua vedovanza, nel mese di ottobre del 1968.

Poi la stessa scrittrice, la Mazzucco, entra come personaggio del romanzo fingendosi storica e ricercatrice ( anche se di fatto lo è davvero) e nelle ultime pagine offre al lettore una specie di recensione.

Molto toccante l’ultima vita di Diana Karenne, quando è diventata Madame Otzoupe ed è assediata dalla vecchiaia che ha portato via tutto tranne la coscienza e la consapevolezza di morte.

Il libro si legge molto volentieri e lascia il segno

Recensione di Alfredo Maglitto

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

Commenta per primo

Commenti

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.