SIN CITY, di Frank Miller
Sin City, la città del peccato: è questo che è diventata Basin City, un tempo sperduto avamposto minerario e ora capitale dei vizi, da quando il capostipite dei Roark decise di popolarla di prostitute provenienti da tutto il mondo; mentre la corruzione si allarga e contamina la città, la famiglia Roark ne diviene la padrona.
In questo scenario urbano così particolare si muovono personaggi altrettanto estremi mossi dalla consapevolezza che a Sin City non ci sono che due possibilità: o uccidi o muori, o sei il carnefice o sei la vittima e con queste prospettive Marv, il protagonista, cerca di capire chi può averlo incastrato in un complicato piano criminale: con l’aiuto di ragazze dal fisico mozzafiato e il sangue di ghiaccio, questo perfetto antieroe dall’aspetto sgradevole si addentra nelle tenebre della città del peccato, trascinando il lettore in una frenetica avventura a fosche tinte.
Unendo molti del luoghi “comuni” della narrativa noir e hard boiled a una scelta artistica che privilegia un netto bianco e nero senza sfumature e contorni, Frank Miller crea un capolavoro di taglio cinematografico, nel quale dall’oscurità della notte emergono storie, personaggi dalla caratterizzazione originale e indimenticabile e la trama si dipana a ritmo serrato, spingendosi davvero lontano rispetto alle collaudate storie di “eroi in calzamaglia” che a Miller avevano dato fama ma che non rispecchiavano più la sua concezione di narrativa sequenziale e che lo tenevano legato a un’industria che percepiva soffocante.
Sin City può essere definito solo “capolavoro” e rappresenta il vertice dell’arte di Miller, che non ha più saputo ripetere la formula magica di questo eccezionale noir a fumetti.
Consigliato agli amanti del genere e ai cultori dei romanzi grafici, Sin City non dovrebbe mancare tra le letture di un appassionato.
Recensione di Valentina Leoni
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