SMARRIMANTO, di Richard Powers (La nave di Teseo – ottobre 2021)
“Condividono tante cose, l’astronomia e l’infanzia. Entrambe sono viaggi lungo enormi distanze. Entrambe cercano fatti ben oltre la loro capacità di comprensione. Entrambe teorizzano enormemente e lasciano che le possibilità si moltiplichino senza limiti. Entrambe sono mortificate a intervallo di qualche settimana. Entrambe agiscono per ignoranza. Entrambe sono ingannate dal tempo. Entrambe stanno sempre cominciando qualcosa.”
Per prima cosa devo dire che ho finito un libro bellissimo: non sto nella pelle e devo dirlo! Una storia intensa, scritta benissimo e piena di spunti di riflessione importanti.
Oh, l’ho detto. Quando finisco un libro e ho entusiasmo io ho bisogno di dirlo perché voglio che tutti lo leggano e provino quello che provo io.
La storia si svolge in un futuro prossimo in America ed ha diversi protagonisti: Theodore Byrne, astrobiologo, il padre, Robin, il figlio “speciale” con disturbi comportamentali e di attenzione, Aly, la moglie morta che era una appassionata attivista ecologista, la scienza, compagna e amica fedele di Theo e Robin, le contraddizioni dell’America e l’inciviltà degli esseri umani nel mondo. Pagina dopo pagina si entra in confidenza con tutti i personaggi grazie alla scrittura impeccabile di Powers (per me primo incontro con questo autore che si è già meritato un posto in pole position).
Questo amore del padre verso il figlio, un amore così profondo che lo spinge a cercare nella scienza, sua passione, le risposte e le cure per il suo bambino, grazie alla scienza gli farà sperimentare i neurofeedback decodificati; poi l’amore viscerale per questo bambino lo porterà a cercare risposte nella natura. La natura é l’altra madre a cui lo affida. Lui, Robin, che dentro un corpo ed una testa meravigliosi fatica a trovare il modo di stare al mondo si affida al padre, alla scienza, e al profondo ricordo della madre e soprattutto si affida al respiro del mondo e alla sua grande passione: gli animali in via d’estinzione. In ogni piega dei protagonisti si scorge smarrimento. Quello smarrimento, qualunque sia la sfumatura percepita, appartiene a tutti.
Al momento mi appartiene quello smarrimento e mi sono fatta prendere per mano da Theo e attraverso la scoperta di pianeti lontani e vicini la cui descrizione altro non é che vita, con dinamiche del tutto naturali, quello smarrimento é diventato respiro. Aly, la cui morte la si apprende dalle primissime pagine é viva nel libro più che mai…viva lei e non l’America, contraddittoria e miope, e non il mondo che stiamo lasciando ai nostri figli.
Dove ci porterà tutto questo smarrimento?
Io non posso fare altro che consigliarlo.
Recensione di Maria Elena Bianco
SMARRIMANTO Richard Powers
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