SONO MANCATO ALL’AFFETTO DEI MIEI CARI, di Andrea Vitali (Einaudi – maggio 2022)
𝘈𝘭𝘪𝘤𝘦, 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢, 𝘦𝘳𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘢 𝘨𝘪𝘢’ 𝘥𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘴𝘦’. 𝘝𝘰𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘥𝘪𝘳𝘦 𝘢𝘷𝘦𝘳𝘭𝘢 𝘢𝘷𝘶𝘵𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘦, 𝘢 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘥𝘦𝘣𝘪𝘵𝘰, 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘳𝘭𝘢 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘢 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘦𝘳𝘳𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢. 𝘊𝘪𝘰𝘦’, 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘪 𝘱𝘰𝘵𝘶𝘵𝘰. 𝘔𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘰𝘯𝘯𝘢 𝘪𝘯 𝘧𝘦𝘳𝘳𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢, 𝘴𝘦𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘮𝘦, 𝘯𝘰𝘯 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘷𝘢 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘪𝘨𝘶𝘳𝘢. 𝘘𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘢 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘱𝘰’, 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘰. 𝘛𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘵𝘪𝘳𝘢𝘳𝘭𝘢 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦, 𝘴𝘦 𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘷𝘢𝘭𝘪 𝘢 𝘧𝘢𝘳𝘦.
È una commedia divertentissima.
La storia di una famiglia degli anni ’60/’80 del secolo scorso, che ancora ricalca nella sua gerarchia interna la coincidenza del potere economico con l’esercizio di un potere decisionale totalizzante.
Potremmo anche dire che è la storia di un 𝘱𝘢𝘵𝘦𝘳 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘭𝘪𝘢𝘴, il ferramenta, appunto.
Ed è lui che si racconta, in un unico, divertentissimo, filo di pensieri.
Un corso lungo 20 anni attraverso il quale ripercorre le vicende più significative della famiglia, della moglie, dei figli e della ferramenta – che dal suo punto di vista convergono tutte nella sua persona.
È lui che, con uno sguardo attento e critico ai suoi familiari, narra i suoi tormenti, mettendoci al corrente di come doveva essere e non è andato, di cosa non ha funzionato, sebbene non se ne capaciti.. Eppure ha agito secondo coscienza, facendo ciò che l’esperienza gli aveva insegnato, un po’ per ottusità ma senza cattiveria, sempre per senso di responsabilità e punto dall’orgoglio di ciò che sentiva di avere creato, la ferramenta appunto e che avrebbe voluto vedere prosperare con l’aiuto dei suoi figli. Maschi, si intende.
E invece, come sempre succede, i figli sono andati per conto loro.
L’Alice, l’Alberto e infine l’Ercolino.. un problema dietro l’altro, un incalzare esilarante di immagini, dialoghi e disastri familiari, capaci di rendere la famiglia del ferramenta quella della porta accanto, solo di qualche anno fa.
E quell’Anselmo lì… come ripeteva sempre sua moglie. Alla fine non aveva mica ragione lui, ma lei. Che quell’Anselmo lì… non è che fosse un grande affare.
Un racconto che ci riporta un po’ indietro nel tempo, ci ricorda da dove veniamo e dove non dobbiamo tornare.
E comunque, io ho riso tanto.
Recensione di Paola Greco
SONO MANCATO ALL’AFFETTO DEI MIEI CARI Andrea Vitali
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