SOTTO IL SOLE DI MEZZANOTTE, di Keigo Higashino
La storia inizia con l’assassinio del proprietario di un banco pegni di Osaka, il cui corpo viene ritrovato in un edificio abbandonato da un bambino, che per gioco ci si è introdotto attraverso i condotti di aerazione.
In queste pagine iniziali incontriamo due ragazzini (il figlio della vittima e la figlia della presunta amante di questi) e un investigatore, le cui vite continueranno a intrecciarsi nel corso delle oltre settecento pagine che raccontano i vent’anni successivi all’omicidio.
L’indagine appare in sostanza esaurita dopo la prima cinquantina di pagine e quindi viene spontaneo chiedersi: nelle prossime 650 pagine questo cosa s’inventerà? Di tutto! Un uomo misterioso, una donna fatale, amicizie tradite, amori sbagliati, adolescenti che si vendono a signore attempate, gli albori del computer e la smania della programmazione “fai da te” (nel mio piccolo, me lo ricordo anche io il centro di calcolo della facoltà dove l’ amico strano e geniale passava le giornate a programmare giochi che nei suoi sogni lo avrebbero reso ricco e famoso).
La bolla speculativa giapponese, la cerimonia del tè, gli origami, il golf. Una storia senza pretese di approfondimento psicologico, con l’innegabile vantaggio di riuscire a tenere sempre vivo l’interesse del lettore, che vuole vedere riallacciarsi tutti i fili e che non resta deluso. Il Giappone sullo sfondo è come la Napoli nei romanzi di Rea, protagonista silenzioso e affascinante.
Recensione di Elena gerla
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