SPARE IL MINORE Prince Harry

SPARE IL MINORE, di Prince Harry (Mondadori – gennaio 2023)

 

 

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Ci ho messo quasi un mese a leggere uno dei libri più attesi, annunciati, strombazzati di sempre, “Spare – Il minore” – scritto dal ghost writer JR. Moehringer (lo stesso del bellissimo Open, sulla vita di André Agassi). Ho voluto prendermi il mio tempo, ma devo anche dire che questa chiamiamola “autobiografia” del Principe Harry Windsor non è che proprio scorresse fluida come avevo letto in qualche recensione.

Dal punto di vista letterario, mi aspettavo certamente di più da Moehringer: è vero che la storia da raccontare non era semplice (non la era nemmeno quella di Agassi), ma ci sono alcune parti del libro (quella sull’Harry soldato in guerra e l’ultima sull’allontanamento dall’Inghilterra) che sono risultate noiose e ridondanti. Alcune idee ripetute all’infinito, alcuni dettagli davvero troppo specifici che non interessano il lettore ma sembrano messi lì tanto per aumentare il numero di pagine.

 

 

Lo stile è buono, per carità, ma non lascia niente di veramente memorabile. Se poi dovessi spingermi a valutare il contenuto del libro, ciò che vi è raccontato… beh, sicuramente va fatto in modo molto obbiettivo, tenendo comunque conto della mia passione per i reali d’Inghilterra. Mi sono trovata davanti alla storia di un ragazzo che ha perso la madre improvvisamente, a 12 anni, e che ha vissuto il lutto in modo ovviamente molto diverso da come lo avrebbe vissuto un adolescente del “mondo normale”.

Indubbiamente, la perdita lo ha profondamente scosso, e ha fatto sì che quello che poi è diventato un uomo si portasse comunque sempre appresso un vuoto incolmabile e mai affrontato nel modo corretto. E’ la storia di un ragazzo che cerca disperatamente la propria strada, la cerca a tentoni, detestando lo studio e alla fine dedicandosi all’unica occupazione che gli è – anche se non del tutto pienamente – consentito prendere in considerazione: la guerra.

 

 

Ma anche in questo frangente, l’essere un Windsor è un ostacolo, un pericolo per chi gli è accanto su un elicottero o nell’accampamento militare in Afghanistan. Riprende quindi le attività benefiche per i veterani mutilati o gravemente feriti, per i disabili, per l’Africa, ma sempre con quel senso di insoddisfazione di fondo che pervade quasi tutto il libro.

Attacchi di panico, feste a base di alcool, spinelli: la sua ricerca verso una vita appagante passa in mezzo a tutto. Poi l’incontro con Meghan Markle, l’innamoramento che finalmente lo fa respirare – una storia che pare miri al lieto fine ma che poi lo porta di nuovo a grandi difficoltà con la stampa e le dinamiche di Palazzo.

E’ una storia triste, quella di Harry, che pare non rendersi mai conto pienamente che la realtà in cui è nato non potrà mai permettergli di avere quella vita normale che vorrebbe, non rinunciando però ad uno status quo che alla fine gli farebbe comodo, anche solo per la sicurezza per lui e per la sua famiglia. Sono contenta di aver letto il libro? Sì, ero tremendamente curiosa, da buona royal watcher non potevo lasciarmelo scappare.

 

 

 

Sono soddisfatta del prodotto?

No, perché alla fine il libro mi è sembrato una lunga giustificazione sugli errori davvero commessi e sulle nefandezze che probabilmente la stampa ha voluto propinare al pubblico – un 50 e 50 di verità difficile da distinguere con certezza.

Di Eleonora Saia

 

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