SPAZI DI PAROLE, di Alessandra Maltoni (Altromondo Editore – febbraio 2024)
Ho appena terminato di leggere “Spazi di Parole” di Alessandra Maltoni.
È stata una lettura interessante e scorrevole; è evidente nelle sue parole l’impegno e la fatica messi per esprimere i difficili sentimenti che ha provato durante il periodo della quarantena.
Si nota particolarmente il suo affetto per la città di Ravenna, per la sua storia e cultura.
Ci sono stati diversi spunti interessanti che mi hanno portata a riflettere su dei pensieri che già in realtà precedentemente hanno occupato e che occupano ancora oggi la mia mente, e a cui purtroppo non possiamo dare una risposta effettiva: l’essere umano è effimero, e questa è una realtà che dobbiamo accettare anche se provoca un dolore profondo in ognuno di noi. Con il tempo, le persone hanno imparato a trovare il proprio mezzo per esprimere questo dolore e dargli spazio dentro di sé, e tra questi sicuramente c’è la poesia.
La poesia è un grande mezzo di comunicazione, così come lo sono la musica o i film. Ci permettono di comunicare e provare emozioni che forse in semplici discorsi non saremmo in grado di esprimere al meglio.
Al suo interno vi è tutta la nostra vulnerabilità e sincerità. Quando si sceglie di intraprendere questo tipo di carriera, non si può non essere veri.
La Maltoni ha dimostrato di essere vera nella sua semplicità.
Ogni tanto occorre soffermarsi negli spazi tra le nostre parole, rifletterci, creando allo stesso tempo, attraverso di esse, il nostro spazio nel mondo.
Soffermarsi negli spazi tra le parole significa prendersi il tempo di riflettere sul significato e sulle implicazioni di ciò che viene detto, così come sulla propria presenza e influenza nel mondo. In questo modo, si crea uno spazio interiore per la comprensione e la crescita personale, mentre si contribuisce anche a definire il proprio posto nel contesto più ampio della società e dell’universo.
Spazi di parole. Versi inediti ed editi 2021. Al tempo del covid e camminando con Dante, di Alessandra Maltoni
Recensione di Martina Morrone
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