STELLE DI CANNELLA, di Helga Schneider
«Scrivere di guerra per una vera cultura della pace che ancora non c’è.» È quello che fa la scrittrice Helga Schneider, in tutti i suoi scritti, con la fervida intenzione di non dimenticare l’orrore, della guerra e della shoah, da lei vissuto in prima persona.
Diventare una scrittrice per potere raccontare la dura storia del nazismo è stato il suo grande sogno e anche la ragione per la quale lei si è salvata ed è riuscita a sopravvivere al dolore della memoria. Il sogno si è realizzato in Italia, dove lei vive dal 1963. Helga Schneider nasce nel 1937 in Slesia, territorio tedesco che dopo la seconda guerra mondiale sarà assegnato alla Polonia.
Nel 1941 Helga e suo fratello Peter, rispettivamente di 4 anni e 19 mesi, con il padre già al fronte, vengono abbandonati a Berlino dalla madre che arruolatasi come ausiliaria nelle SS diverrà guardiana al campo femminile di Ravensbrück e successivamente a quello di Auschwitz-Birkenau. Collegio, bombardamenti, Berlino assediata sono frammenti del suo passato che ritroviamo nei suoi libri. Fra questi, più di tutti ci colpisce “Lasciami andare madre”, dove affronta il dolore di essere figlia di una criminale di guerra per niente pentita del suo terribile passato.
In “Stelle di cannella”, il libro che abbiamo letto e che vi consigliamo oggi, nel giorno della memoria, assistiamo allo sgretolarsi di un mondo in seguito alla nomina di Adolf Hitler, per ora solo Cancelliere, a breve Führer. L’anno è il 1932, è Natale, siamo a Wilmersdorf, una tranquilla cittadina dove famiglie ebree vivono in armonia e in amicizia con famiglie cristiane, senza ancora sapere che fa la differenza appartenere all’una o all’altra famiglia. David e Fritz sono due bambini cresciuti nello stesso quartiere, sono amici inseparabili e i loro gatti, Koks e Muschi sono legati da un grande amore.
Esattamente come i rinoceronti di Ionesco, le persone iniziano a cambiare, ad assumere le caratteristiche che il nuovo governo impone: tutto a un tratto essere ebreo fa la differenza, da amici si diventa nemici. La ferocia con la quale viene trattato David dal suo miglior amico è a dir poco agghiacciante, ma lo è forse di più l’indifferenza dell’intellighenzia borghese che piano piano pur non condividendone i principi, accetta e assume comportamenti razzisti e antisemiti. Persino il gatto sarà vittima dell’odio crescente perché “nero e ebreo”. “Stelle di cannella” nonostante il tremendo periodo storico abbia decimato migliaia di famiglie, lascia spazio alla speranza di un futuro migliore, senza guerre ispirate all’egemonia di una razza.
Questo è il grande segreto che si svela nelle pagine non solo della storia di David e del suo gatto, ma in tutte le storie che Helga Schneider racconta. L’uomo prima o poi dovrà smetterla di fare le guerre, un mondo di pace dovrà imporsi con la logica dell’amore. Nel frattempo però è importante e salvifico parlare, raccontare, far conoscere le storie di tutti coloro che hanno vissuto la shoah. Sono tante le storie, purtroppo molte verranno seppellite insieme alle persone che avrebbero potuto raccontarle, e come se volesse dar voce anche a loro, Helga Schneider continua ancora a scavare nella sua memoria e a raccontarci la sua storia e la storia degli altri che hanno vissuto le atrocità della guerra. Ciò che la guerra lascia, ahimé, va oltre le macerie. si parla di profughi, di migrazioni, di disgregazioni, lacerazioni… ed è sbagliato. Un grave errore.
E mentre aspettiamo che vinca il bene, o più semplicemente mentre leggiamo il libro perché non farsi tentare dai biscotti di cannella a forma di stella che danno il titolo a questa storia e di cui sul quarto di copertina è riportata la ricetta? Le ‘Zimtsterne’, letteralmente: stelle di cannella sono dei biscotti che si mangiano a Natale. A forma di stella, senza farina, a base di mandorle, albume d’uovo, cannella, con la superficie rigorosamente liscia e bianca, glassata di zucchero, che contrasta con la ruvidità della base del biscotto. Impasto scuro e glassa bianca: razza ariana e razza ebraica uniti golosamente in una stella. Ma basta una ricetta a fare di questo mondo un mondo migliore? Certo che no, ma siamo dell’avviso che le dolcezze aiutano ad addolcire l’animo… così come le buone letture e a tutte le età. L’editore Salani lo propone a un pubblico giovane (12 anni), ma noi lo consigliamo A TUTTI. Indiscriminatamente.
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