STORIA DEI MIEI SOLDI Melissa Panarello

STORIA DEI MIEI SOLDI, di Melissa Panarello (Bompiani – febbraio 2024)

Ho una serie di amici che con una certa costanza mi chiedono consigli di libri. Di solito mi sforzo di personalizzare, sapendo le inclinazioni di ognuno. “E’ per me?”, chiedono alcune amiche lettrici incallite, per capire se il libro in questione può soddisfare i loro gusti.

“Storia dei miei soldi” è uno di quei libri che consiglierei a chiunque. Mi sono convinta che questo nuovo libro di Melissa Panarello sia un romanzo che lei ha scritto quasi di getto, dico quasi perché nessun romanzo può essere scritto di getto, ma che insomma sia uscito dalla sua penna con una certa urgenza. La stessa urgenza che impieghiamo per leggerlo. E’ un romanzo disperato e viscerale, commovente e raggelante, un libro che sembra scritto per noi che leggiamo, che sembra indicarci. Ehi proprio tu, sì l’ho scritto per te. Tu che non sai parlare di soldi, che non sai chiederli, tu che perdi i soldi, tu che pensi troppo ai soldi, tu che confondi l’affetto con i soldi, tu che ti disperi perché li hai spesi tutti e tu che non li hai mai avuti.

La storia è quella di una scrittrice, Melissa, che incontra l’attrice che l’ha interpretata tempo prima in un film. Oggi Clara, questo il nome dell’attrice, da bellissima e promettente che era, ha perso tutto e soprattutto ha perso i suoi soldi. Melissa gioca con l’autofiction, quasi un parossismo dell’autonarrazione e del doppio letterario, in un vortice labirintico di riflessi che si incrociano uno con l’altro. “Ti porto i miei estratti conto. Altro che romanzi, è lì che trovi le storie della gente”, dice Clara a Melissa. Ed è innegabile “che quella storia parli a tutti, perché sono i soldi a chiarire quanto siamo miserabili o regali e non per la quantità accumulata, ma per come li abbiamo spesi o persi e per come li abbiamo pretesi o sperperati”.

Quello che più mi ha colpito di “Storia dei miei soldi” è il coraggio dell’autrice di affrontare questo tema “senza necessità di pose o travestimenti”, come ha scritto Nadia Terranova che lo ha candidato al Premio Strega. C’è un tono drastico, non trovo altra parola, che fa pensare a un’autrice molto matura e saggia. Come se Melissa avesse vissuto mille vite, ma in fondo forse è proprio così.

Recensione di Valentina Pigmei

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