STORIA VERA E TERRIBILE TRA SICILIA E AMERICA, di Enrico Deaglio
Conoscere il passato, per capire il presente, non so chi lo ha detto, ma è ciò che tengo bene in mente, sempre, quando leggo, soprattutto libri come questo.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Questo, invece, lo ha detto Primo Levi e credo ormai tutti sappiano a cosa si riferisse. Ecco io credo veramente che non si potrà mai capire il perché certe cose avvengano, ma bisogna conoscerle, sapere, anche se fanno male, anche se feriscono e fanno piangere, anche se apparentemente non ci riguarda, anche se è passato un secolo e mezzo.
Il 20 luglio 1899 nel piccolo paese di Tallulah in Louisiana, cinque immigrati, siciliani di Cefalù, vengono linciati, impiccati dalla folla inferocita, il più giovane aveva 22 anni, il più vecchio 54, erano parenti fra di loro.
Non erano delinquenti, criminali, assassini, molestatori di donne, no, e non erano neanche i primi che subivano questa sorte, la stessa sorte che subivano gli schiavi neri da sempre.
E allora perché, se un perché, può esserci?
Enrico Deaglio cerca di andare a fondo in questa storia, fa un lavoro di ricerca enorme, scopre molte altre storie simili, storie per lo più sconosciute e descrive molto bene come fosse il rapporto fra lo Stato italiano e quello Americano, i trattati stipulati e mai rispettati, soprattutto dagli Stati Uniti, come fosse davvero la vita dei siciliani in Louisiana.
Gli immigrati italiani, per lo più siciliani, vennero spinti dal governo italiano ad andare in Louisiana con il miraggio di terre da coltivare, di vita migliore che avevano creduto di trovare nel loro Paese dopo l’Unità ;dall’altro lato dell’Atlantico, dopo la guerra civile americana, che aveva “liberato” gli schiavi neri, si cercava manodopera a basso costo, ed ecco l’imbroglio, chi meglio dei siciliani considerati già razza inferiore, anche da” emeriti” scienziati nostrani?
Naturalmente leggendo, non si può fare a meno di pensare all’attualità, ci sono palesi riferimenti sia per quanto riguarda l’immigrazione che il razzismo, e non solo nel nostro Paese.
E qui voglio terminare con queste parole, sempre di Primo Levi, per me vere e profetiche.
“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”.
Be the first to comment