STRANIERI ALLA TERRA Filippo Tuena

STRANIERI ALLA TERRA, di Filippo Tuena (Nutrimenti)

«Valerio, hai in mano un libro che vuol dire molto per me» , mi ha scritto di recente l’autore, commentando una mia fotografia. Avevo per le mani due copie del libro, prelevate dallo scaffale della libreria di mio padre.

“Frammenti di un discorso artistico”, si potrebbe dire – parafrasando Barthes – di questo variegato mosaico: storie di uomini e artisti, tanto diverse eppure legate da un filo sottile.

Non sono immune al fascino dell’artista ritratto al cospetto della sua opera. La pagina bianca che aspetta di essere sporcata d’inchiostro; il blocco di marmo che si riduce a figura sotto i colpi di scalpello; la tela che si colora e prende vita, sono piccoli miracoli che si compiono nel processo di creazione e che sempre mi lasciano senza fiato.

Specie quando la creatura assume i tratti dell’ossessione, divorando il suo creatore dall’interno, lasciandolo irrimediabilmente corrotto, lacerato.

Così è per Bix, ostaggio di un demone alcolico che lo consuma goccia dopo goccia, prendendosi per sempre la sua cornetta e la sua musica.

Così è per Géricault, sommerso dalle stesse acque melmose del naufragio della Medusa che aveva immortalato su tela.

Così è ancora per Hemingway che danza con una memoria capricciosa, prima che la “suerte suprema” si manifesti.

Il viaggio dello scrittore si chiude fra i marmi di San Lorenzo, al cospetto della sublime bianchezza dei marmi di Michelangelo.

Uomini e artisti ritratti come estranei al mondo, “stranieri alla Terra” che sembrano usciti da un libro di Sebald, come le fotografie che arricchiscono il libro sembrano suggerire.

Un viaggio che diventa occasione di riflessione sul senso della scrittura e sul ruolo della memoria; un filo che si insinua fra le vite e fra le pieghe delle storie raccontate, perché si sa, «alla fine tutte le storie s’incontrano».

Filippo Tuena

“Stranieri alla terra”

Nutrimenti.

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