SUL LATO SELVAGGIO, di Tiffany McDaniel (Blu Atlantide – marzo 2023)
“Rimetti i fili nei quadrati, Arc. Fa’ diventare bello il lato selvaggio”.
È la richiesta che la piccola Daffy fa alla sua sorellina gemella Arc, ogni volta che qualcosa di brusco si verifica nelle loro vite. È un vecchio trucco che la nonna ha insegnato loro quando erano piccolissime.
Mostrato il risultato della grande coperta afgana che avevano appena finito di cucire insieme, ammirato la perfetta geometria e l’allineamento dei grandi quadrati, la nonna aveva rovesciato poi la coperta, svelando il retro delle cuciture, i lunghi fili sporgenti, ribelli e disordinati. Come la vita, avrebbe aggiunto in seguito la nonna: c’è un lato selvaggio e un lato bello. Preso in mano un ago, la nonna avrebbe poi rimesso a posto i fili, uno ad uno, fino a rendere bello il lato selvaggio della coperta.
È questo che le piccole Daffy e Arc hanno ricevuto in eredità dalla nonna Keith, unitamente al dono dell’interpretazione dei sogni.
Dalla mamma e dalla zia Jo, hanno invece ricevuto la scorciatoia a una vita sregolata, fatta di stenti, dipendenza, marciapiedi e continui espedienti, in una incessante altalena fra il bisogno di drogarsi, di seppellire il passato e il desiderio di ripulirsi, sconfiggendo per sempre il mostro che le ha segnate per sempre quando erano entrambe poco più che bambine.
Come nei suoi precedenti romanzi (da “L’estate che sciolse ogni cosa“, diventato un vero e proprio romanzo di culto, passando per lo straordinario “Il caos da cui veniamo”, fino al più recente “L’eclisse di Laken Cottle”, il più visionario e surreale della sua produzione) in questo romanzo – pubblicato nel 2020 e riproposto in questi giorni in una nuova edizione – Tiffany McDaniel scava a fondo nella commedia umana, in assoluta libertà, senza freni, senza limiti, armata di coraggio, lucidità e una spietatezza davvero ammirevoli.
A far da sfondo, manco a dirlo, l’Ohio rurale e insieme operaio, quello delle acciaierie e delle cartiere, delle fabbriche di gomma, dei sobborghi e delle periferie degradate, teatro ideale per la messa in scena di contrasti sociali marcatissimi, tensioni razziali e contraddizioni di ogni genere.
Vette di lirismo e di limpida poesia si alternano sulla pagina a momenti di accecante brutalità, a ricordarci che tutto convive, in questa nostra millenaria commedia, razionalità e pensiero, fantasia, filosofia e scienza, letteratura e poesia, coscienza e morale, colpa e redenzione, alto e basso, verità e menzogna, sangue e sudore, umori, istinti animali e ferocia sanguinaria.
Come una coperta, col suo lato bello e il suo lato selvaggio.
Recensione di Valerio Scarcia
SUL LATO SELVAGGIO Tiffany McDaniel
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