SULLA RIVA DEL MARE, di Bdulrazak Gurnah (La nave di Teseo – dicembre 2021)
“È come se un pezzetto di filo ci tenesse legati a un paletto piantato per terra, e uno gratta gratta sempre nello stesso punto, anche se crede di aver percorso mondi interi”.
Primo scrittore tanzaniano a vincere il prestigioso riconoscimento dell’Accademia di Svezia e primo autore africano nero ad ottenerlo dalla vittoria di Wole Soyinka nel 1986, Gurnah, nato nel 1948 e cresciuto sull’isola di Zanzibar, nell’Oceano Indiano, è stato costretto a 18 anni a lasciare la sua famiglia e a fuggire dal paese, l’allora neonata Repubblica di Tanzania. Arrivato nel Regno Unito, dove tuttora vive, come rifugiato alla fine degli anni ’60, solo nel 1984 ha potuto tornare a Zanzibar. Autore di dieci romanzi e di una serie di racconti, Gurnah ha iniziato a scrivere a 21 anni in esilio, in inglese, e anche se lo swahili era la sua prima lingua, l’inglese è diventata la sua lingua letteraria. Ha debuttato nel 1987 con Memory of Departure che parla di una rivolta fallita ed è legato al continente africano.
“Sulla riva del mare”, sono 324 pagine molto intense ,di scrittura elegante e scorrevole. E’ la storia di due uomini che hanno scommesso tutto per cambiare vita: Saleh Omar , mercante di Zanzibar, richiedente asilo in Inghilterra e Latif Mahmud, il figlio di Rajab, il grande nemico di Omar. La vita dei due si intreccerà per un caso fortuito: Al suo arrivo a Londra, all’aeroporto di Gatwick, Omar mostra un visto non valido, rilasciato in patria da un suo parente e acerrimo nemico, Rajab Shaaban Mahmud. Gli è stato detto di far finta di non capire la lingua inglese ed è per questo che c’è bisogno di un interprete: Latif Mahmud, esperto di Kiswahili, uno dei dialetti dell’Africa Orientale, parlato da Omar, Ambedue esuli, ambedue con grande nostalgia per la loro terra , cercano in un altro paese tutto quello che hanno perso nel loro a causa del dispotismo e della corruzione dei governanti africani , dei danni permanenti lasciati dai colonizzatori, con la convinzione-illusione di poter ricominciare una nuova vita, nella sfida con sé stessi, nella forza dell’identità nel rapportarsi alla propria storia personale e, infine, con una quella traccia di compiaciuta rassegnazione.
Crude, nella loro descrizione , le pagine che riguardano la condizione in cui vivono i rifugiati sia nelle strutture di accoglienza sia in quelle di attesa per partire. Storia molto attuale che coinvolge e ti prende fin dalle prime pagine. Il destino di Omar è nelle mani del figlio del suo persecutore che è anche la persona che può salvarlo e dargli finalmente una nuova vita. Tra Oceano Indiano e Canale della Manica, “Sulla riva del mare” ricorda che il racconto e lo scambio di esperienze possono offrirci la possibilità di ritrovare noi stessi e gli altri.
Recensione di Lidia Campanile
SULLA RIVA DEL MARE Bdulrazak Gurnah
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