SUPER-CANNES, di J.G. Ballard
J.G. Ballard viene annoverato tra gli scrittori di fantascienza, ma più che nella fantascienza, spesso i romanzi di Ballard si possono inquadrare nella distopia.
“Super – Cannes” è il secondo romanzo della tetralogia iniziata con “Cocaine Nights”, che troverà la sua conclusione in “Regno a venire”.
Sulle colline attorno a Cannes viene costruito un complesso di uffici ed abitazioni destinate ai dirigenti delle grandi società che lo occupano, una lussuosa e tecnologica enclave dorata, dall’evocativo nome di Eden- Olympia, dotata di un’equipe medica all’avanguardia che monitora costantemente la salute psicofisica di ogni suo abitante.
Wilder Penrose il repellente psichiatra senza scrupoli, nonché occulto deus ex machina di Eden- Olympia, al fine di mantenere alti ritmi lavorativi ed eccellenti performance dei dirigenti, utilizza una sorta di omeoterapia comportamentale atta a “curare” i loro più bassi istinti, le manie, le dipendenze e le loro segrete perversioni. I suoi pazienti vengono agevolati, indirizzati e protetti nel dare libero sfogo alle suddette manie, talvolta creando per loro delle vere e proprie messe in scena, ma qualcosa, anzi più di qualcosa, si inceppa e sfugge di mano, portando il racconto verso una serie di tragici epiloghi concatenati.
Non siamo ai livelli di “Condominium“(edito anche come “Il condominio”) del 1975, ma devo ammettere che a 25 anni di distanza dalla sua pubblicazione, con “Super – Cannes”, uscito nel 2000, Ballard riesce sempre a mantenere un alto standard narrativo.
Recensione di Neri Randazzo
Commenta per primo