TANTO POCO Marco Lodoli

TANTO POCO, di Marco Lodoli (Einaudi – febbraio 2024)

 

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…perché il caso è piú forte della volontà, sa se fare o disfare, e forse non è solo il caso, forse c’è un ordine piú vasto e incomprensibile che ci muove e ci mette alla prova. I fili si sciolgono o si annodano in un tappeto infinito e non sono loro a scegliere, devono solo accettare, obbedire.

Questa é la storia di un amore, puro, totalizzante, incessante, accecante. Di fatto è una ossessione. La protagonista, una assistente scolastica, si innamora all’improvviso di un professore appena arrivato nella scuola in cui lavora lei, lui é Matteo Romoli, con tanti ricci neri ed una presenza da prof geniale e fuori dal mondo. Si incontrano a scuola e lei si innamora subito. Un colpo di fulmine. Monodirezionale. Lei incontra chi riempie in un secondo i suoi vuoti e si prende tutto, lui non se ne accorge neanche.

Lei lo ama in modo totale. Lui a scuola la chiama pure con il nome sbagliato. E si assiste in contemporanea alla vita di Matteo che fiorisce, arriva al culmine, sociale e familiare, e sfiorisce perché ad un certo punto lui si perde e alla vita della protagonista che rimane ferma alla sua ossessione. Immobile e fedele. Lei guarda, osserva, metabolizza e aspetta… Non fa altro che aspettare sempre e solo nell’ombra. Lei protegge e custodisce questo amore puro non sapendo mai esporsi, non sentendo mai il bisogno di rivelarsi, di dire eccomi io sono qua, guardami sono qui e ti amo profondamente. Quarant’anni passati a difenderlo dai pericoli, dalle cattiverie, dal mondo. In silenzio, di nascosto: perché per avere un attimo di felicità bisogna saper perdere tutto.

“Le stagioni passano, le foglie crescono, cadono e ricrescono e tutto cambia. Ma io sono stata sempre qui, ferma, radice piantata in una devozione che forse è amore e forse è solo paura”.

Lodoli racconta con una buona penna, con una scrittura lineare e veloce, l’amore da lontano, l’amore che sceglie di non si sporcarsi con la vita, l’amore puro, assoluto, incrollabile.

Ma è amore? Fino a che punto si può arrivare ad amare così? Cosa si è disposti a fare quando si resta intrappolati in una idea di amore che assorbe tutto?

E si arriva al finale che in qualche modo lascia dell’amaro in bocca perché una ossessione isola, disorienta, confonde e trascina in un buio silenzioso che tutto si porta con sé.

Lodoli mi porta a ragionare sugli amori malati, disfunzionali, virtuali. Sui vuoti emotivi che ci circondano.

È la mia prima volta con Lodoli e se da un lato ammetto che non mi ha fatto impazzire dall’altro dico che si legge velocemente ed è senza troppe pretese.

Recensione di Maria Elena Bianco

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