TATÀ, di Valérie Perrin (E/O – novembre 2024)
Si tratta del quarto romanzo dell’autrice di “Cambiare l’acqua ai fiori”.
Mi sono piaciuti tutti e quattro, in modo particolare “Tre” e l’ultimo, “Tatà’”.
La storia inizia quando Agnes viene avvisata della morte della zia Colette, la sua tatà.
La notizia è oltremodo sconvolgente perché Colette era morta tre anni prima ed era stata sepolta nel cimitero del paese, in cui Agnes va per il riconoscimento del cadavere, che risulta essere proprio quello della zia Colette.
Ma allora chi è stato sepolto nella tomba al posto di tata’?
Attraverso molte domande e risposte non sempre esaurienti, silenzi e paure , l’autrice ci porta a scoprire una storia, anzi più storie, straordinarie, drammatiche, commoventi, incredibili, dolorose che si intrecciano come in un complesso arazzo.
Non è un giallo.
È la narrazione di tante vite all’apparenza qualunque, ma in realtà uniche e straordinarie a partire da quella di Colette, umile e silenziosa calzolaia del paese a quella di Lyece, che nasconde uno straziante segreto, a Jean e Hannah e ad Agnes stessa.
Nessuno è ciò che appare e spesso non è nemmeno ciò che crede di essere.
Il viaggio di Agnes nel passato di Colette diventa un viaggio nel passato di tutti.
Il romanzo di basa su tre principali voci narranti: Agnes, Colette e Blanche. Ad esse se ne aggiungono sporadicamente altre, ma le più importanti sono quelle delle tre straordinarie protagoniste, una regista, una calzolaia, un’artista circense.
La storia passa dal presente al passato senza interruzioni e le storie si dipanano in vari anni del presente e in molti periodi del passato; non è quindi sempre facilissimo da seguire, ma ne vale la pena sia per la peculiarità delle vicende e dei personaggi che per lo stile fluido e armonioso.
Recensione di Mirna Juras
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