TEATRO , Jon Fosse, (Editoria & Spettacolo)
CALDO, Joe Fosse (Cue Press)
Una traccia sulla scrittura del neo Premio Nobel per la Letteratura 2023
Non è un recensione sui singoli contenuti dei libri succitati, ma una traccia sulla scrittura di Jon Fosse, neo Premio Nobel per la Letteratura, poeta, romanziere e, soprattutto, drammaturgo.
Il teatro di Jon Fosse è fatto di drammi minimali, con protagonisti senza nomi, in cui apparentemente non accade nulla di trasformativo o rivelatorio. Nessuna azione risolutiva, nessuna battuta fulminante, i finali non finali: tutto evidenzia una scelta drammaturgica non direttiva, il punto di osservazione distaccato ma paritetico, presente come in una condizione di “invisibilità”. E non a caso, in alcuni suoi testi, vivi e morti condividono lo spazio, senza per questo riuscire a ritrovare un contatto intimo o un dialogo chiarificatore.
La mancanza di unità e comunione, la precarietà e l’incomunicabilità affettiva, sono fra i suoi temi cari, la crisi mortale della famiglia e della coppia, in testi già dei primi anni ’90, a conferma che la profezia appartiene all’arte più valente.
A metà tra Pinter e Beckett, e per alcuni critici erede di Ibsen, prevalgono nelle sue opere le atmosfere, che sono carne e sangue, umanità. E i non detti, in un’abbondanza di pause scritte e punteggiatura assente, l’indicibile tradotto in silenzio. Il silenzio, “la voce di Dio”, come ha dichiarato in più interviste, lui, scrittore cristiano mai dogmatico, che nella messa in scena delle solitudini, del vuoto e della disgregazione non giudicati, esprime un nuovo umanesimo.
Di Mara Venuto
Vince il premio NOBEL per la letteratura 2023 l’autore norvegese Jon Fosse
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