TELEVISIONE E LETTERATURA: IL SEGNO DEL COMANDO Giuseppe D’Agata

TELEVISIONE E LETTERATURA: IL SEGNO DEL COMANDO, di Giuseppe D’Agata (Newton )

“Il Segno del comando” , trasmesso la prima volta da Mamma Rai nel 1971 fu un successo clamoroso di pubblico. L’ argomento dell’ avvincente originale televisivo in cinque puntate era abbastanza insolito per la nostra televisione, fantasmi, reincarnazione, esoterismo e per di più ambientato in epoca contemporanea ed a Roma, città solare per eccellenza. Gli autori del soggetto erano Flaminio Bollini e Dante Guardamagna a cui si aggiunsero durante la travagliata stesura della sceneggiatura Lucio Mandara’ e Giuseppe D’ Agata che alla fine fu l’ unico a terminare il progetto diretto dal bravo Daniele D’ Anza.

Giuseppe D’Agata una quindicina di anni dopo decise di attuare quella che gli americani chiamano ‘novelisation’ sembra perché insoddisfatto del finale (ne erano stati pensati ben cinque dalla squadra di sceneggiatori). Il libro pubblicato prima da Rusconi e poi in seconda edizione nel 1994 nei tascabili economici Newton al costo irrisorio di duemila delle vecchie lire.

Raccontata in breve la vicenda tratta di Lancelot Edward Forster, docente universitario inglese di origine italiana, grande ammiratore e conoscitore di Lord Byron invitato a Roma per tenere una conferenza sull’amato poeta – seduttore che viene trascinato in vicenda sempre più complicate e oscure mentre è alla ricerca di un pittore Tagliaferri che nessuno sembra conoscere tranne Lucia, una ragazza giovane e affascinante ma al tempo stesso sfuggente e misteriosa…

Il romanzo è la tipica ‘novelisation’ che segue passo passo la sceneggiatura senza troppe divagazioni e rifiniture stilistiche però è abbastanza avvincente soprattutto per chi non ha mai visto o non ricorda bene lo sceneggiato e per l’ unico grande cambiamento che è quello del finale che ovviamente non svelerò.

Giuseppe D’Agata era oltre che scrittore e sceneggiatore, critico d’ arte e in seguito dirigente televisivo. Fra le sue opere narrative spicca ‘ Il medico della mutua ‘ portato con grandissimo successo da Alberto Sordi e Luigi Zampa nelle sale cinematografiche ed anche opere sul periodo della Resistenza come’ L’ esercito di Scipione ‘ che nascevano dalla rielaborazione di esperienze vissute in prima persona nei giorni caotici e tragici dell’ 8 settembre.

Orecchiabile come poche la canzone – tema dello sceneggiato, ‘Cento campane’:

“…Din don, din don ,amore ,
cento campane stanno a di’ de no,
ma tu, ma tu , amore mio,
se m’hai lasciato, ancora nun lo di’…”

Di Andrea Pinto

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