TERNITTI, di Mario Desiati (Mondadori)
Personalmente non avrei mai comprato questo libro per due motivi. Il primo è una mia irragionevole diffidenza verso i vincitori di premi letterari e l’altro la copertina. Odio le foto di persone in copertina. Ebbene sì, roba da psichiatra. La parte iniziale del romanzo mi ha fatto sperare in un capolavoro. La descrizione della vita degli emigrati in Svizzera negli anni 60, ospitati in situazioni inumane e trattati più che malamente. Poi, purtroppo, la protagonista torna al paese natio e la storia, secondo me, scade un po’.
Vira al rosa, o, almeno, alla storia “semplice”. Lo scrittore usa il fascino evocativo delle parole in maniera magistrale, al punto, talvolta, di suscitare il disgusto o,semplicemente, creare immagini fini a sé stesse (la scena della caffettiera, ad esempio). A pag. 102 c’è un orribile “aveva camminato AFFIANCO a un uomo”. Se è un refuso è grave, se è uno sdoganamento della parola è imperdonabile. C’è la storia di questi emigranti che alla fine di una vita di fatica e stenti muoiono di asbesto. Tragico, crudo, dolorosamente reale, ma sullo sfondo, nebuloso. In mezzo tantissime belle parole evocative e ben messe, ma bastano a considerarlo un bel libro?
Recensione di Paola Pulcini
TERNITTI Mario Desiati
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