TORNANDO A CASA, di Jason Reynolds (Rizzoli)
Il testo di Raynolds è una raccolta di racconti, uno spaccato di vita adolescenziale, apparentemente leggero, brioso, fresco, esilarante a tratti, irriverente e poi… Poi come pugni nello stomaco arrivano i sottotesti, i messaggi più profondi, i dolori, le sofferenze, le paure, la morte, la malattia, l’accettazione di sé, la solitudine. Emergono lentamente e risuonano a lungo.
L’ho trovato un testo ben scritto.
Profondo.
Strutturato magistralmente e intelligentemente.
Tutte le narrazioni partono da quel momento in cui dei giovani adolescenti si riversano fuori dalla scuola al termine delle lezioni per tornare a casa, al suono della campanella.
Il viaggio, il percorso è metafora della vita.
E c’è un fil rouge: “Uno scuolabus che cade dal cielo”.
Lo scuolabus siamo stati tutti noi, lo siamo ancora: è comunità, condivisione, sfida.
Ma lo scuolabus è stato anche un “cane di scopa” , un’ancora di salvezza cui rivolgersi in preda al panico, fidato e affezionato come un cane vero.
“Tornando a casa” sono racconti slegati, ma allo stesso tempo sono vite che si sfiorano, si intersecano, momenti che si sovrappongono. E si intuisce, nel corso della narrazione, che tutto ciò che viene narrato accade in uno stesso giorno. Un sincretismo narrativo creato ad arte per fare comprendere che ogni aspetto adolescenziale coesiste, e perdura, è condiviso tra pari, qualunque estrazione sociale abbiano, qualunque sia il loro bagaglio culturale e a qualunque etnia si appartenga. È un racconto corale, voci distinte che creano una sinfonia.
E Raynolds con maestria e senza ovvietà dirige magnificamente questa orchestra che suona tematiche forti.
Personalmente ho amato tre racconti in particolare:
– quello delle “Teste Rasate” cui mi sono avvicinata col pregiudizio di star leggendo di un manipolo di new-nazi, ladruncoli mentecatti, gioventù bruciata e poi di brucianti ci sono state solo le mie lacrime;
– quello di “Ookabooka Land” in cui si scava in un profondo legame nonno-nipote cui si frappone quella bestia dell’Alzheimer;
– quello in cui ci viene ricordato “Come si brucia d’amore” in adolescenza: delicato, divertente, con un forte accento posto su quanto siano importanti in alcune età della vita il supporto di un gruppetto di amici sinceri.
Recensione di Belinda Mancini
TORNANDO A CASA Jason Reynolds
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