TRE CAMERE A MANHATTAN, di Georges Simenon
Recensione 1
Ho sempre avuto una lacuna imperdonabile tra le tante nelle mie conoscenze narrative e risponde al nome di Georges Simenon, per cui ho deciso di buttarmi scegliendo quest’opera, e devo dire che ne è valsa proprio la pena. Sono rimasto colpito dalla prosa elegante e dalla trama tanto semplice, lineare quanto avvincente. È la storia di due perfetti sconosciuti che si incontrano in un locale, ciascuno con le proprie cicatrici sentimentali alle spalle, e che pian piano vedono maturare il loro legame facendo i conti con confidenze anche scomode legate al loro passato, confidenze che passano per l’appunto attraverso le tre camere del titolo.
È un romanzo dalla forte impronta psicologica sull’iniziazione all’amore, passando per l’attrazione fisica, la gelosia e quell’ossessione che ti divora dentro e ti fa sentire la mancanza dell’altro come qualcosa di vitale, il tutto nella più completa irrazionalità (come sono i sentimenti, appunto) e raccontato con grande coinvolgimento da parte dell’autore (pare infatti che l’ispirazione venga dai primi incontri sentimentali clandestini del nostro con la sua segretaria proprio a Manhattan). Una storia davvero riuscita, un racconto che si lascia leggere e vivere con grande piacere e che senza dubbio non ha fatto che alimentare la mia curiosità verso le opere di Georges Simenon.
Recensione di Enrico Spinelli
Recensione 2
Uno dei libri più intensi di Simenon. Questo grande scrittore ci presenta spesso ritratti perfettamente nitidi di personaggi comuni, della loro vita, dei loro sentimenti, dei loro stati d’animo. Lo schema è sostanzialmente simile: Simenon ambienta le sue storie in luoghi che conosce bene o che, comunque ha visitato, e presenta persone comuni, storie comuni, situazioni di ordinaria quotidianità. Poi scava….scava nei pensieri dei personaggi, nelle loro ossessioni, nelle loro paure, nei loro momenti felici. Noi, leggendo, scopriamo anche i nostri pensieri, le nostre ossessioni, le nostre paure, i nostri momenti felici.
La storia è inquadrata a New York nell’immediato dopoguerra. Un uomo, conduce un’esistenza malinconica e solitaria in un anonimo appartamento sperduto nel labirinto urbano della grande mela; la sua situazione è tratteggiata perfettamente: solitudine, malinconia, alcool. In un bar conosce casualmente una giovane donna. I due uniranno le loro solitudini e i loro destini. Simenon narra in terza persona i pensieri e gli stati d’animo dell’uomo combattuto da un sentimento di vero amore che nasce prepotentemente e una fortissima gelosia che non riesce a dominare. Centonovanta pagine di continue, introverse riflessioni su questo contrastato amore che nasce ma anche prepotenti marce indietro e dubbi a non finire sullo sfondo di una crepuscolare New York da camminare fra alcool e solitudine.
Un bellissimo affresco nel più riconoscibile stile di Simenon. Del resto in questo romanzo c’è molto di autobiografico. Simenon si ispira alla sua esperienza nuovaiorchese e all’incontro con la sua seconda moglie. Per chi ama Simenon da non perdere, per chi non lo conosce una occasione per cominciare.
Commenta per primo