TRE CROCI, di Federigo Tozzi (San Paolo)
Il romanzo è ambientato a Siena, città natale e tanto cara all’autore. Narra la triste storia dei tre fratelli Gambi i quali, ereditata dal padre una bottega d’antiquariato, si lasciano travolgere dal dissesto economico. Non saranno capaci di reagire in alcun modo all’inevitabile fallimento economico e finanziario che sentono arrivare, vivranno alla giornata con crescente rassegnazione, tenendo gli occhi chiusi di fronte alla vita, nella sempre più totale disgrazia e autocommiserazione.
Ho conosciuto Federigo Tozzi con un romanzo autobiografico che, secondo me, è il suo capolavoro: “Con gli occhi chiusi”.
In “Tre croci”, invece, Tozzi si ispirò non tanto alla sua vita quanto a un fatto di cronaca avvenuto a Siena e per cui scrisse un articolo sul giornale. I due romanzi hanno però in comune diversi aspetti: la visione disperata e pessimistica del mondo, l’irrisolutezza e l’inettitudine dei protagonisti, il guardare senza vedere, tenendo gli occhi chiusi per non affrontare la realtà.
Lo stile di Tozzi è sempre molto particolare: il suo linguaggio risulta difficile, non perché sia aulico (anzi è molto semplice), ma perché usa molti termini tipici del senese.
Buona lettura con questo grande autore del ‘900 italiano, forse ancora oggi poco considerato.
Recensione di Giulia Ciarcià
TRE CROCI Federigo Tozzi
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