TREMA LA NOTTE Nadia Terranova

TREMA LA NOTTE, di Nadia Terranova (Einaudi – febbraio 2022)

 

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Recensione 1

 

Il terremoto era stato una prova generale del mio sconquasso, ma la terra non è mai sazia, non può esserlo.
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1908, lo Stretto e quel terremoto (o maremoto?) che distrusse tutto e che fece abbracciare in qualche modo Messina a Reggio Calabria.

Quel nero che prese tutto, anche la vita di ciascuno oltre che le case e tutti i beni.

Quell’evento storico viene raccontato attraverso i due protagonisti, Nicola e Barbara, che vivono un dramma.

Il terremoto.

Le macerie, la perdita, famiglie disfunzionali, fantasmi, dolore, distacco e silenzio.

Come accade per le città, anche le persone diventano macerie e bisogna poi avere la pazienza di ricostruire. Con pazienza.

I protagonisti che vivono uno a Reggio e l’altra a Messina si incontrano per caso sulla torpedoniera Morgana. Quell’incontro cambia per sempre il destino di ognuno di loro.

Prima del terremoto già entrambi vivevano una vita con terremoti emotivi.

Nicola in quella “maledetta” notte era, come tutte le notti, nella cantina di casa, legato mani e piedi al catafalco che la madre diceva lo avrebbe protetto dal Diavolo. Lui che era vittima dell’eccessivo amore della madre che per paura di perderlo lo faceva vivere al buio e male.

E poi Barbara che invece era a casa della nonna, lontano dal padre che voleva farle sposare un uomo che non amava e che era sordo alla sua stessa esistenza; anche lei vittima di un amore sbagliato del padre e cresciuta senza madre.

Loro che desideravano sfuggire alle loro vite vengono accontentati…travolti da un terremoto.

Nicola e Barbara in quei pochi attimi vedranno le loro vite diventare macerie insieme alle case, ma nello stesso si vedono salvati da un destino fermo e predestinato.

Due anime buie che camminano tra le rovine, in cerca di tutto o nulla e che si incrociano solo per pochi minuti, terribili, sporchi, violenti, minuti che resteranno sempre nelle loro menti.

Il mare, il baratro, la violenza e il dramma saranno paletti di un percorso di rinascita.

Il libro è diviso in capitoli che prendono il nome dei tarocchi, di certo anche loro parte fondamentale del romanzo.

Nadia Terranova resta davvero una scrittrice abile ad evocare sentimenti forti con una sapienza linguistica e una maestria tutta sua.

Recensione di Maria Elena Bianco

 

 

Recensione 2

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𝗧𝗿𝗲𝗺𝗮 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘁𝘁𝗲 𝖽𝗂 𝗡𝗮𝗱𝗶𝗮 𝗧𝗲𝗿𝗿𝗮𝗻𝗼𝘃𝗮

𝘐𝘰 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘯𝘢𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘮𝘶𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯’𝘢𝘭𝘵𝘳𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘢 𝘣𝘭𝘰𝘤𝘤𝘢𝘳𝘮𝘪 𝘭𝘰 𝘴𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘰: 𝘱𝘦𝘳 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰, 𝘧𝘰𝘳𝘴𝘦, 𝘯𝘰𝘯 𝘮𝘦 𝘯𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘮𝘢𝘪 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘵𝘢, 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘭’𝘢𝘤𝘲𝘶𝘢 𝘮𝘪 𝘩𝘢 𝘰𝘧𝘧𝘦𝘴𝘢 𝘦 𝘪𝘯𝘨𝘢𝘯𝘯𝘢𝘵𝘢, 𝘩𝘢 𝘷𝘪𝘰𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘪𝘯𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘦 𝘥𝘪𝘴𝘵𝘳𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘪 𝘦𝘳𝘰.

𝘋𝘢 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘪𝘯𝘢, 𝘧𝘢𝘯𝘵𝘢𝘴𝘵𝘪𝘤𝘢𝘷𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘪𝘵𝘵𝘢’ 𝘥𝘪 𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘪 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘶𝘯 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘦 𝘳𝘪𝘯𝘤𝘩𝘪𝘶𝘴𝘰 𝘪𝘯 𝘨𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘮𝘦.

𝘓𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢, 𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘰𝘴𝘵𝘰 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘵𝘦 𝘴𝘰𝘵𝘵’𝘢𝘤𝘲𝘶𝘢 𝘦 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰𝘵𝘦𝘳𝘳𝘢, 𝘤𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘮𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘢𝘳𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘪 𝘩𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘰𝘳𝘥𝘪𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘭 𝘣𝘶𝘪𝘰.

Ditemi se è possibile, dopo queste poche righe del preludio, abbandonare un romanzo così denso di storia e di mistero.
Io sono rimasta incollata, pagina dopo pagina, con il desiderio di avere svelata sempre qualcosa di più.
Nicola Fera e Barbara Ruello sono due anime che potrebbero astrattamente toccarsi tendendo i loro indici, come nell’affresco di Michelangelo.
Lui da Reggio Calabria, Lei da Messina.
Li separa il mare, li unisce un destino di prigionia, terrore e inattesa libertà, pagata a caro prezzo, che non risparmia dolori, traumi, patimenti.
Quando la terra trema, le prigioni si scardinano, il vecchio mondo cede sotto i loro occhi. È il caos. Non ci sono regole, non c’è più protezione.
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Le donne sono facili prede degli uomini. I bambini diventano grandi d’un colpo, pur di sopravvivere. Si ritrovano orfani e soli tra le macerie di città irriconoscibili, dove mare e terra sono cimiteri a cielo aperto.
Il caos è terrificante, ma è anche l’unica opportunità su cui Barbara può contare per dinvincolare il suo destino dalle regole già scritte per lei e per ogni donna, in quella Sicilia che non lascia loro spazio, né identità.
In quei luoghi del mito, tra Scilla e Cariddi, la Τύχη, rimescola le carte, restituisce un futuro a chi non ne ha più.
La narrazione, legata alla tragica vicenda del terremoto di Messina del 28 dicembre del 1908 attrae, incuriosisce, desta interesse storico.
Il richiamo ai tarocchi e alla cartomanzia è il dettaglio, la chicca, che conferisce alla storia misticismo e fascino.
Da ultimo, voglio evidenziare che questo è un romanzo restituisce molto, non solo in termini di emozioni, ma anche di riflessione.
Sono davvero tanti gli argomenti, sempre attuali, dei quali si può disquisire partendo dalle vicende narrate.

Io lo consiglio vivamente.

È un romanzo che tiene incollati.

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Recensione di Paola Greco
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Recensione 3
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Potente! Questo è uno di quei libri che ti sconquassa dentro. Tra romanzo e realtà l’autrice racconta un pezzo di storia, quella del terremoto del 1908 che rade al suolo Messina e Reggio Calabria, senza fare sconti a nessuno. Nicola e Barbara, sono personaggi che difficilmente dimenticherai e leggere certe pagine ti fa veramente chiudere lo stomaco. Terremoto di emozioni, terremoto di situazioni, due città distrutte, tante promesse fatte dai governanti del tempo per la ricostruzione, tanta povertà, ma tanta solidarietà, soprattutto femminile. Un inno anche alle donne e alla loro forza.

Di Erika Marinoni

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