TURNO DI NOTTE, di Giacomo Poretti
Ho visto questo libro e subito mi sono incuriosita e sinceramente ho anche pensato di trovarci dentro tanta comicità, visto l’autore. Sapevo che Giacomo, detto Giacomino, prima di fare parte del trio Aldo-Giovanni-Giacomo, era stato infermiere, e questa cosa mi intrigava. Inoltre gli infermieri vanno forte in questo periodo per cui mi sono procurata il libro. Devo dire che mi ha dato molto più di quel che pensavo: attraverso i soliloqui, i pensieri di Sandrino detto Saetta (che somiglia tantissimo ma proprio tanto all’autore), si sorride, ci si commuove, si riflette. Perché è un libro che con fare lieve, con tratto lievemente umoristico (e del resto a ben pensare l’umorismo buono sgorga spontaneo dall’osservazione limpida della realtà), tocca l’argomento del dolore, della sofferenza, del pudore di chi è in ospedale. L’infermiere Saetta racconta piccole avventure, anzi momenti dei suoi turni, ma fa riflettere molto sulla fragilità della vita, sul lavoro magari misconosciuto, ma importantissimo dello svuotare un “pappagallo” o una padella, sulla necessità di preservare sempre la dignità di chi si trova talmente impotente da non poter andare in bagno da solo.
E ne approfitta, nel suo parlare per riflettere da ultimo sul senso della vita, sul fare domande a quello che lui chiama il CEO dell’universo, il Direttore Generale, insomma a Dio.
Non dà risposte chiare, Sandrino, ma alla fine il suo è un domandare e uno stupirsi di fronte al Mistero della vita. Da ultimo, è un ringraziare per essere tratto fuori dal nulla.
Direi che come libro può essere una piacevole strenna natalizia.
Recensione di Cristina Vercelli Recioppo
TURNO DI NOTTE Giacomo Poretti
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