TUTTE LE NOSTRE MALEDIZIONI, di Tamara Tenenbaum (Fandango – febbraio 2023)
Questo romanzo breve è una sorta di confessione, di dichiarazione, di diario, di resoconto. Come si fossero trovate delle pagine scritte in mano sparse per casa e una volta sistemate si leggessero. La Tenembaum racconta con un linguaggio asciutto, diretto, sintetico (forse troppo) il passaggio dall’infanzia (usando i ricordi per dare al lettore contenuti) alla maturità di una ragazza ebrea ortodossa che vive a Buenos Aires. Dalle primissime pagine è chiaro il forte, ed anche contrastato, legame con la mamma, è chiara una forte presenza femminile, ed è chiaro che manchi il padre; è morto prematuramente (poi si capirà il motivo). Le poche figure maschili sembrano occupare un ruolo marginale, quasi impalpabile. Centrale, per la forza e l’influenza, è la figura della madre, una donna rimasta vedova a trent’anni, una donna determinata a non arrendersi nonostante per lei sia difficile imporsi e destreggiarsi in un mondo quasi prettamente maschile.
Il lettore viene trascinato in situazioni che si impongono nella trama e che saltano dal presente al passato, richiamando parenti, comparse, luoghi e situazioni.
Dimenticavo: le maledizioni, del titolo, che si scambiano madre e figlia nelle prime pagine per un evento di cui è ossessionata la madre ma da cui vuole scappare la figlia, si avverano tutte…
L’obiettivo di Tamara Tenenbaum sembra quello di descrivere quanto sia cambiata la sua vita nel passaggio dall’infanzia ortodossa all’età adulta e quanto oggi l’autrice abbia preso le distanze da quella religione. Questo arriva in modo chiaro. Forse si sarebbe potuta dilungare di più e arricchire fi dettagli certi passaggi…
Recensione di Maria Elena Bianco
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