TUTTI I NOSTRI IERI, di Natalia Ginzburg
Della Ginzburg non c’è solo Lessico famigliare (premio Strega 1963); si legge piacevolmente anche questo precedente romanzo TUTTI I NOSTRI IERI dove si incontra un primo simpatico tormentone famigliare “Renditi utile visto che non sei dilettevole”.
È la storia di due famiglie dirimpettaie. Da un lato, dopo la morte della madre e del padre, rimangono i 4 figli (Concettina, Ippolito, Giustino e Anna); dall’altro la famiglia proprietaria di una fabbrica di sapone con “mammina” e i figli Emanuele, Giuma e la rossa Amelia. Una folla di altri personaggi interagiscono con loro.
Si intrecciano le vite dei ragazzi, pressoché coetanei, che studiano, crescono, amano, soffrono…
Prendono dolorosamente consapevolezza dei tempi, la vicenda inizia sotto il fascismo, e maturano le loro scelte sentimentali, politiche, esistenziali (Ippolito si suicida) sullo sfondo della guerra e della Resistenza.
E dopo la guerra mestamente si leccano le ferite: il ritorno alla normalità è duro, incerto è progettare il futuro perché una “lunga vita difficile si trovavano adesso davanti che era piena di tutte le cose che non sapevano fare”.
Assenti nel libro i dialoghi, il discorso diretto è sciolto insistentemente in quello indiretto: “diceva… aveva detto… rispose” e scorre la narrazione piana e fluida e tranquilla e pacata, l’ordine delle frasi è dato dalla coordinazione con la congiunzione semplice (paratassi) che dà al racconto un ritmo incalzante adatto alla lettura a voce alta.
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