Un accostamento audace: Il Maestro e Margherita con il Gruppo TNT del fumetto Alan Ford 

Un accostamento audace: Il Maestro e Margherita con il Gruppo TNT del fumetto Alan Ford

Il Maestro e Margherita, di Michail Bulgàkov

 

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Nonostante le già numerose recensioni, provo anch’io a dire la mia.

La premessa è che Bulgàkov è un gigante della narrativa ed il libro “Il Maestro e Margherita” è uno dei più grandi romanzi mai scritti.

Detto questo, non si può negare che sia di difficile lettura. Molti di coloro che vi si approcciano, infatti, dopo i primi capitoli, si scoraggiano e mollano.

 

 

 

A mio avviso, la difficoltà risiede essenzialmente in tre motivi:

  1. I personaggi del libro che, escluse le numerose comparse, sono all’incirca una ventina, vengono chiamati a volte con il loro nome, a volte con il loro cognome ed a volte con il loro nomignolo. Questa caratteristica, che ho più volte riscontrato anche nei romanzi di Dostoevskij, di certo non ci aiuta nella lettura (es. Michail Aleksandrovic Berlioz, viene chiamato a volte Michail Aleksandrovic, a volte Berlioz, a volte Micha; oppure Stepan Bogdanovic Lichodeev viene chiamato a volte Stepan, a volte Lichodeev e a volte Stepa, e ciò succede per tutti i personaggi).
  2. La maggior parte delle volte, tra la fine di un capitolo e l’inizio del successivo, l’ambientazione cambia totalmente e questo disorienta. Inoltre, l’ambientazione che è stata appena abbandonata, spesso si ripresenta dopo un paio di capitoli e bisogna farsi trovare pronti nel ricordare a che punto erano rimasti i personaggi coinvolti.
  3. Nonostante una trama incredibile (nata dalla fantasia di un genio), lo stile di scrittura è spesso magniloquente. Stiamo pur sempre parlando di un libro scritto da un medico ed intellettuale russo, nato alla fine dell’Ottocento.
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Una volta superati questi scogli, alcuni personaggi, pagina dopo pagina ci entreranno nell’anima e lì rimarranno per sempre. Personalmente ho amato molto Margherita che insieme al Maestro si fa desiderare e fa il suo ingresso nel romanzo al capitolo 13. Ho amato il suo coraggio, la sua forza, la sua incoscienza. Eppure i personaggi a cui alla fine mi sono più affezionato, sono stati Woland (Satana) e la sua compagnia. Bulgakov è uno scrittore dotato di grande ironia. Scrive il romanzo in pieno regime staliniano e deve stare ben attento a ciò che scrive. Eppure riesce a farsi beffe di alcune figure che lui mal sopportava, come ad esempio il letterato o il critico pro-regime, che subiscono le angherie di Woland e della sua ciurma. Questi ultimi sono capaci di gesti efferati ma che, essendo compiuti in contesti grotteschi, riescono nell’intento di coprire di ridicolo le vittime.
Metto le mani avanti: a volte tendo a fare delle similitudini abbastanza forzate. In questo caso Woland ed il suo gruppo mi hanno spesso fatto pensare al gruppo T.N.T. del fumetto Alan Ford, nato dalle menti di Max Bunker e Magnus. D’altronde, anche i personaggi di Max Bunker (Il numero Uno, Il conte Oliver, Alan Ford, Bob Rock ecc.) così come la compagnia creata da Bulgakov (Woland, Kirov’ev, Behemoth, Azazello, Hella), mettono in mostra, nel contesto delle loro peripezie, i punti deboli e ridicoli della società, a loro contemporanea.
Recensione di Flavio Santilli 
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