Un affascinante romanzo distopico: HOSHANA Monica Brogi

“Hoshana” di Monica Brogi: un affascinante romanzo distopico.

 

 

«Dove sta la verità? Siamo costretti a non parlare e ci costringiamo a non parlare. Siamo disponibili a farci tappare la bocca. Ma non deve restare niente… da dire. E invece dobbiamo sporcarci le mani, parlare, denunciare, protestare, costruire, accettare il limite della nostra vita. Di fatto siamo piccoli angeli caduti dal cielo. Siamo figli dell’Aurora, caduti negli abissi degli inferi con la frenesia di avere il potere sulla vita e sulla morte»: “Hoshana” di Monica Brogi è un romanzo distopico in cui si racconta un’emozionante storia di coraggio e di resistenza. I protagonisti dell’opera, Dimitri e Druido, si metteranno contro lo stesso Stato-Leviatano, un crudele mostro fagocitante la libertà degli individui, per denunciare un orrendo crimine contro l’umanità.

Ci troviamo alla fine del lockdown: il coronavirus sta perdendo la sua potenza e i due amici possono finalmente ritrovarsi; durante la chiusura, Druido ha scritto un’operetta poetico-sapienziale, “Genealogia dei resti” (pubblicata dall’autrice come testo-appendice di “Hoshana”), un concentrato delle sue più alte speculazioni filosofiche che conducono alla salvezza. Un prezioso dono che Druido ha destinato a Dimitri, in cui da una parte si parla dei resti – intesi come testimonianze del passaggio dell’uomo – in quanto memorie che vanno preservate per tramandare la conoscenza, e dall’altra si riflette amaramente sul fatto che di essi non debba restare più niente.

 

 

Un dilemma che strazierà Druido – mantenere o cancellare? – ma poi sarà la vita stessa a dargli la risposta: il crimine che lui scopre, e di cui metterà al corrente anche Dimitri, lo spinge a non voler più sottrarre, annullare e dimenticare, perché è invece il tempo della parola, dell’alzarsi in piedi e rivoltarsi, del rimembrare il valore della vita umana. Questo crimine è legato alla tratta degli esseri umani: nel mondo distopico immaginato dall’autrice, le persone vengono considerate come mero materiale biologico per effettuare esperimenti sulle modificazioni genetiche, o per compiere trapianti di organi su individui che invece “contano” nella società.

Sin da bambini, se in possesso di un buon corredo genetico, si viene strappati dalle proprie famiglie e condotti presso l’Oasi dei Narcisi: qui, uomini luciferini schiavi della frenesia dell’onnipotenza e dell’incapacità di accettare i limiti umani, trattano le vittime sacrificali come beni preziosi per prepararli al meglio, prima di ucciderli e mutilarli. Druido è scampato a questo crimine per un gioco del destino, e dopo tanto tempo è finalmente pronto a vendicarsi: Dimitri, il suo nobile amico, sarà al suo fianco in questa vicenda che trasmette importanti messaggi di consapevolezza e di rispetto per la vita umana.

Recensione di Sara Leccese

 

 

 

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