UN ANNO FELICE, di Chiara Francini
Ero stata la prima ad arrivare…
Decido di non chiamarlo, sarebbe arrivato a momenti -me lo aveva promesso- e, anche se fosse arrivato mezzora dopo rispetto all’orario che gli avevo dato, sarebbe stato in anticipo… forse anche troppo.
E questo largo anticipo lui lo capisce subito, appena arriva, poco dopo.
Andrea, che sa esattamente come rendermi realmente felice, aveva già comprato per me il libro.
Erano giorni un po’ grigi -sebbene il cielo azzurro e terso- e quella sorpresa, quel dono inaspettato e senza la necessità di un evento, di un’occasione speciale, un motivo se non quello, come dice lui, “di vederti, semplicemente, sorridere”, era stato, per me il sole.
Ho conosciuto Chiara a Reggio Calabria, in occasione della presentazione del suo libro nella piccola e storica libreria della città. Era Estate- era un pomeriggio di sole -e lei era l’Autrice “in vetrina”.
La storia di “Un anno felice” me l’ha raccontata proprio lei, Chiara Francini. In realtà l’ha raccontata a me come a tutti coloro che eravamo lì alla sua presentazione. Una presentazione diversa dalle altre, un po’ bizzarra-devo ammettere- in cui la narrazione del romanzo è stata- insieme a Chiara scrittrice- protagonista indiscussa della serata.
Un anno felice è un romanzo attualissimo, che narra di Melania e del suo amore cieco per Axel, il giovane e bel ragazzo straniero giunto all’improvviso dalla fredda Svezia a Firenze, la città in cui Melania vive e studia, condividendo la casa con la sua amica Franca.
Due caratteri diversi: lei, Melania, una forza della natura, estroversa, chiassosa, capace di farsi trasportare dagli eventi e dalle emozioni; lui, Axel, freddo come il clima del suo Paese natale, riservato, silenzioso, non ama le effusioni in pubblico.
E di quel volto da etrusco, di quel ragazzo splendido e di poche parole, Melania si innamora, spezzando definitivamente il cuore di Renato.
Complice Firenze e il suo buon cibo, il sole italiano, il clima sereno del bar di Gino e Giorgio, inizia così, solare e luminosa, la loro storia d’amore.
Un sentimento forte, così dirompente, così irrefrenabile che quando Axel dovrà tornare in Svezia Melania decide di seguirlo, sorda alle parole della sua amica Franca -di nome e di fatto- che nulla potrà fare per evitare che la sua amica scelga di sacrificare tutto ciò che ha, tutto ciò che è, in nome di quell’amore.
Chiara fa una pausa… e inizia a far freddo realmente quando riprende a narrare la storia.
Melania e Axel arrivano in Svezia, la fredda e senza sole Svezia del suo Axel, che solo a lui appartiene, non a lei, che invece è solare e gioiosa.
Comprende subito che è solo a causa di una differenza di culture che non riesce a trovare una chiave di accesso al cuore della rigida e severa nonna Hilda, una chiave di lettura per quel Natale svedese che ha il retrogusto del presagio della Quaresima…
Per fortuna, conosce nonna Karin, Annie e Abbe… Melania non dimentica Franca, Gino, Giorgio, Renato e il sole e il buon cibo della sua Firenze, che fanno subito “casa”.
Ma, intanto, Axel sembra essere cambiato. Ma forse è lei che è cambiata… è colpa sua e del suo non essere all’altezza di Silverpil, quel suo senso di inadeguatezza che lui ha cambiato atteggiamento nei suoi confronti. È così che Melania si fa bastare le briciole che Axel le offre, piccolissime attenzioni, preziose come gemme, per le quali lei continua ad amarlo incondizionatamente.
Punto. Andrebbe messo un punto a questa storia in cui la protagonista, si scopre, non è che innamorata dell’amore, dell’idea dell’amore che ha sempre sognato per sé e per cui sono le piccole cose a fare la differenza. Sono i piccoli gesti quotidiani, le piccole attenzioni che bastano per sentirsi felici.
Punto. Andrebbe messo un punto.
In fondo, è passato solo un anno, un anno felice, pieno di quei piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza… Ed è accaduto tutto così in fretta…
E tutto accade così in fretta.
Punto. Andrebbe messo un punto. Ma Melania è l’unica a non averlo capito.
“Un anno felice”, dalla narrazione fluida e avvincente, mai banale, è un romanzo “scomodo”, che non dà scampo, questa volta, all’esprimere un giudizio verso i temi che affronta.
È eccezionale come l’autrice riesca a descrivere i sentimenti Melania, le sue emozioni e le sue sensazioni. Fra le pagine si comprende che Chiara è riuscita esattamente nel suo intento: far sentire, far vedere, far toccare anche al lettore ciò che Melania vive. Tutto è reale, persino i profumi, persino i sapori.
Ed è amaro il sapore che resta in bocca alla fine di questo romanzo che è un monito a tutte le donne, per ricordare che l’amore, quello vero, non è la disperata ricerca di avere qualcuno – qualsiasi qualcuno- accanto. L’amore non è un Principe Azzurro dal carattere freddo e cupo da giustificare sempre e comunque nei suoi atteggiamenti- tanto, prima o poi, di qualche briciola ci si potrà gioire-.
Soprattutto, l’amore, se vero, non fa mai sentire inadeguati, non all’altezza.
L’amore, quello vero, è come un dono a sorpresa, inaspettato, che porta con sé il solo desiderio di farci sorridere, di portare il sole dentro le nostre giornate un po’ grigie – sebbene fuori il cielo sia azzurro e terso- e di renderci -senza tempo- felici.
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