UN CASO MALEDETTO, di Marco Vichi
Ho appena terminato l’ultima avventura del commissario Bordelli. Dico subito che questo libro è in linea con i precedenti. Ormai il celebre commissario fiorentino ha i suoi tempi, i sui riti, i suoi luoghi, i suoi pregi e difetti e riesce a fornire ai propri lettori un prodotto assolutamente valido. Il problema semmai è un altro: Vichi ha inquadrato il suo personaggio nella Firenze di oltre sessanta anni fa e, con questo nuovo romanzo, è arrivato all’anno 1970 e Bordelli è alle soglie della pensione. Per continuare questa splendida serie l’autore dovrà inventarsi qualcosa e ricorrere al flash-back ed esplorare il passato o chissà cos’altro. Aspettiamo fiduciosi.
Il caso maledetto è l’indagine sull’assassinio di un vecchio nobiluomo fiorentino che, come al solito, Bordelli riuscirà a concludere con successo. Anche in questo romanzo, come nei precedenti, l’indagine è solo l’occasione di parlare di altro. Ecco quindi Bordelli e la sua personalità, il suo passato, le sue amicizie e i suoi amori, i vari personaggi che si muovono intorno a lui, una delle sue mitiche cene dove ognuno racconta una storia. Ecco le sue letture: Bordelli è un accanito ed esigente consumatore di buona letteratura. Ecco le varie attività collaterali con un ragazzino scappato di casa e una donna salvata dalle violenze del compagno. Ed ecco la Firenze di mezzo secolo fa che anche io mi ricordo bene.
Un romanzo d’atmosfera articolato su vari piani e con diversi spunti d’interesse. Un libro da leggere per chi ama il genere giallo-poliziesco non troppo tecnico ma ambientato e descrittivo. Una specie di Maigret all’italiana. Per chi si accinge a leggere Bordelli per la prima volta però consiglio senz’altro di cominciare dall’inizio. I vari romanzi si possono leggere anche singolarmente ma hanno una loro cronologia e degli eventi centrali che li caratterizzano quindi meglio andare per ordine.
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