UN CUORE COSÌ BIANCO, di Javier Marias
Il titolo di questo romanzo mi aveva incuriosito e suggerito qualcosa di inquietante, infatti, ho poi scoperto che è parte di una frase pronunciata da Lady Macbeth dopo l’omicidio di re Dancan nel quale era implicata e ne conservava l’orribile segreto.
In effetti in questo romanzo di Marias i protagonisti sono proprio i segreti, i sensi di colpa, i ricordi che si annidano dentro l’animo di ciascuno di noi e inevitabilmente con il passare degli anni sedimentano, certi, forse quelli legati a piacevolezze, rimangono limpidi altri invece si affievoliscono tanto da sembrare sparire del tutto ma poi anche a distanza di anni, basta poco perché riaffiorino e ci costringono non solo a riconoscerli ma a rivivere qui fatti e quelle vicende pazientemente rimosse.
Ecco è di questo che Marias parla, infatti in questo romanzo indaga con la consueta meticolosità l’animo dei suoi personaggi a cominciare dal protagonista, il giovane Juan, un uomo di successo che appena sposato avverte un profondo disagio, una serpeggiante confusione interiore e una necessità di ricordare e analizzare il proprio passato e inevitabilmente quello dei propri familiari.
Permette ai ricordi vicini e lontani di affiorare e ricostruisce faticosamente il proprio passato ma anche la vita e il matrimonio dei suoi genitori, così affiorano liberamente e senza ordina brandelli di esistenze lontane, sensazioni, odori, immagini; i ricordi più nitidi, forse perché rassicuranti, sono le nenie, le risate, le storie che la vecchia nonna cubana gli raccontava da piccolo, i più inquietanti e spesso incompleti sono quelli che riguardano la figura del padre, un uomo sobrio, di successo, raffinato ma che mano a mano che la narrazione procede si scopre essere il protagonista di un segreto antico quanto doloroso.
Ecco, si chiede lo scrittore, dinanzi a un segreto terribile e lontano è meglio o più opportuno svelarlo o è meglio lasciarlo nascosto specialmente se esso potrebbe sconvolgere la vita d’altri?
Questo romanzo non solo racconta una storia, e in qualche punto può risultare pesante, ma è un viaggio nell’animo umano, un viaggio che cerca di comprendere e indagare i sensi di colpa, i dubbi che spesso ci coinvolgono e l’impegno con cui celiamo a noi stessi quei fatti di cui non andiamo fieri e che cerchiamo si seppellire e ignorare per evitare i sensi di colpa
Recensione di Patrizia Franchina
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