UN DOLORE COSÌ DOLCE, di David Nicholls
L’adolescenza è senza dubbio la fase della vita di ognuno di noi che ritorna più spesso con i suoi ricordi a farci visita.
Mi piace definirla una fase potente, molto di più dell’infanzia.
Nella giovinezza infatti ci sentiamo invincibili, adulti, stimolati da bisogni imperativi, custodi delle uniche verità della vita.
È l’estate del 1997, una fresca estate inglese per Charlie e Fran che si incontrano per caso in un caldo pomeriggio , nel parco di una villa che ospita le prove di uno spettacolo teatrale di William Shakespeare, Romeo e Giulietta.
Seppur il paragone tra i due giovani, e i protagonisti innamorati della tragedia shakespeariana possa sembrare scontato, la storia non lo è affatto.
Charlie vive con sua sorella e i loro genitori che stanno affrontando la fine del loro matrimonio.
La mamma infatti va a vivere insieme alla figlia a casa del nuovo compagno.
Charlie rimane solo con suo padre e a fargli compagnia l’alcol ,che il padre consuma spropositatamente in seguito ad una costante depressione.
Ció che salva Charlie è l’amore per Fran, la scoperta del teatro, un viaggio nei propri sentimenti che lo segnerà per gli anni futuri.
L’adolescenza ritorna prepotentemente lungo le pagine di questo romanzo, Nicholls ha però la grande abilità di non cadere nel sentimento banale della nostalgia, ma di trasformare il racconto in qualcosa di fresco, a volte ironico, spensierato e scivola progressivamente verso l’età adulta senza troppi orpelli.
Se nella maturità viene richiesto di non guardarsi indietro, è innegabile non ricordare con profonda nostalgia il potere di quegli anni, che tutti abbiamo vissuto a 100 all’ora, sentendoci invincibili, imbattibili e che ogni tanto ritornano, con la stessa prepotenza, anche solo nel tempo di un romanzo.
Recensione di Simona Bettin
UN DOLORE COSÌ DOLCE David Nicholls
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